Il 21 aprile 2025, all’alba di una primavera appena sbocciata, si è spento Papa Francesco, il Pontefice venuto “dalla fine del mondo”, che ha cambiato profondamente il volto della Chiesa. Jorge Mario Bergoglio, primo Papa gesuita e primo sudamericano a salire al soglio di Pietro, si è spento serenamente nella sua residenza di Casa Santa Marta, lasciando un’eredità potente e rivoluzionaria, scolpita nei cuori di milioni di fedeli.
Francesco è stato il Papa degli ultimi, degli esclusi, degli invisibili. Con gesti semplici ma dirompenti, ha scardinato formalismi e rigidità, aprendo varchi di dialogo verso le periferie esistenziali del mondo. Ha parlato al cuore più che alla dottrina, alzando la voce contro guerre, povertà, ingiustizie. Ha cercato ponti dove altri avrebbero innalzato muri.
Ora, con la sua morte, si apre ufficialmente la fase della Sede Vacante. I cardinali si stanno già preparando a varcare le porte della Cappella Sistina: tra 15 e 20 giorni, inizierà il Conclave che porterà all’elezione del nuovo Papa. Un momento cruciale, che non è solo spirituale, ma anche profondamente geopolitico: la Chiesa cattolica conta oggi oltre un miliardo di fedeli e il suo futuro leader avrà il compito di tenere insieme Oriente e Occidente, tradizione e innovazione, radici e nuove sfide.
Tra i nomi più discussi, quello del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, figura moderata e abile diplomatico. Segue Matteo Zuppi, Presidente della CEI, amato per il suo approccio sociale e il legame con la Comunità di Sant’Egidio. Spiccano poi nomi internazionali come Luis Antonio Tagle, carismatico filippino, e il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che porta la voce dei cristiani del Medio Oriente. Più defilato ma non meno autorevole, Peter Erdő, ungherese, ponte tra spiritualità e accademia.
In attesa della fumata bianca, il mondo osserva in silenzio, mentre la Chiesa si raccoglie in preghiera. Il successore di Francesco avrà il difficile compito di camminare sulle sue orme, senza imitarlo, ma portando avanti quella “rivoluzione della tenerezza” che ha segnato un’epoca.