Altri tre punti importanti in campionato per il Napoli che con un gol su calcio da fermo espugna Lecce e si porta a quota 77 punti con gran merito che tutti attribuiscono ad Antonio Conte. “Ho perso e ho vinto scudetti anche all’ultima giornata. Ho l’esperienza giusta per far capire ai ragazzi l’importanza di vincere”. Così l’allenatore del Napoli spiega di com’è fatto il suo dna.
L’ex giocatore della Juventus di Luciano Moggi è stato uno dei punti fermi e poi capitano di quella Juve che dominava in Italia da metà anni 90 e inizi 2000 fino allo scandalo Calciopoli.
“Chi vince scrive la storia, gli altri al massimo la possono leggere. Nessuno si ricorderà di un secondo posto”.
L’allenatore leccese (che non ha avuto una buona accoglienza al via del mare da parte dei tifosi giallorossi), ha saputo imporre le sue idee nel Napoli di De Laurentis che si era smarrito dopo l’annata del 2022-23.
Il suo modo di allenare però continua a far discutere: Conte è convinto che intensificando gli allenamenti dei giocatori sia l’unico modo per ottenere i risultati, ma la squadra nonostante sia impegnata in una sola competizione alla settimana, riesce a tenere il campo solo per 45 minuti avendo un calo netto sia fisico che mentale nei secondi tempi. Sembra che l’intensità degli allenamenti settimanali non si notasse nelle gare ufficiali. Il Napoli di Conte inoltre ha subito inspiegabilmente nel corso della stagione tantissimi infortuni muscolari.
“I suoi allenamenti sono i più duri che abbia mai fatto, ho corso più in questi sei mesi che nel resto della mia carriera” – Aveva detto David Neres (28 anni) che potrebbe rientrare nelle ultime partite dopo l’ennesimo infortunio.
Eden Hazard a France Football dichiarò che dopo aver avuto Conte come allenatore al Chelsea per due anni, non ne poteva più dei suoi allenamenti e delle sue sedute tattiche; un giovane e promettente Djed Spence arrivato al Tottenham con grandi aspettative, disse che Conte aveva distrutto la sua fiducia e confrontarsi con lui era come scontrarsi con un muro di mattoni; infine Sergio Ramos quando si parlava di un possibile arrivo di Conte al Real Madrid, bloccó il suo trasferimento definendo l’allenatore salentino una persona che imponeva il rispetto ai giocatori senza fare nulla per guadagnarselo.
Nei suoi 15 anni di carriera da allenatore, Antonio Conte non è riuscito a stare nello stesso club per più di due stagioni di fila, solo alla Juve sono riusciti a tenerlo per tre anni.