Sul piatto della bilancia della storia troviamo ancora una volta, da un lato, la vita, dall’altro la morte. Da quale lato penderà? È difficile prevederlo.
Le lancette dell’orologio della storia sono state riportate indietro di decenni, a ricordi e momenti che non avremmo mai più voluto vedere, e mai più sentire il rombo delle cannonate e il sibilo dei missili, con il loro nefasto e orrendo carico di morte. Ospedali bombardati con furia indicibile, orrende carneficine di civili inermi: sono scene che non avremmo voluto vedere nel nostro tempo e che non dovrebbero appartenere alla nostra cultura, quella nata dal ricordo orribile della carneficina della Seconda guerra mondiale e dalla consapevolezza, amarissima, che tutte le guerre non sono altro che follia per il potere, per i soldi, per la supremazia e il controllo del commercio e delle materie prime, o per la mania di grandezza e di potenza di qualche pazzo criminale, come stiamo purtroppo constatando oggi.
Mentre scrivo, nella egoistica tranquillità del mio studio, in casa, al sicuro, chissà quanti bambini stanno soffrendo con le loro mamme, vittime inconsapevoli e innocenti di pazzi criminali che credono di sostituirsi a Dio! E non solo nell’Ucraina invasa, ma dovunque vi sono guerre, con il triste e doloroso carro funebre che sempre le accompagna.
Come si fa a non trattenere le lacrime? Come si fa a non indignarsi? Come si fa a restare impassibili di fronte a tanto dolore? Come si fa a tentare di dare una giustificazione al cannoneggiamento e bombardamento di ospedali, scuole, case? Nessuna spiegazione può definirsi logica, nessuna giustificazione, in questi casi, può ritenersi valida. Per tutto ciò vi dovrà essere solo una condanna unanime e senza alcun appello.
Chi ha scatenato e scatena le guerre, macchiandosi di crimini orrendi, non deve rimanere impunito di fronte al mondo e di fronte alle responsabilità della storia. Deve essere giudicato per le scelleratezze e per i crimini che commette in nome di una selvaggia idea di potere. Coloro che si macchiano di crimini contro l’Umanità, di genocidi, di “pulizia etnica”, come tutti i grandi criminali della storia, dovranno pagare amaramente per quello che stanno facendo.
Il bavaglio alla stampa non durerà a lungo: ci vogliono idonee contromisure contro la chiusura delle reti radiotelevisive e del Web e l’uccisione indiscriminata di coraggiosi giornalisti sui campi di battaglia dell’Ucraina e di sterminio nella Striscia di Gaza. Oltre duecento giornalisti sono stati uccisi a Gaza! Mettere a tacere le voci libere dei dissidenti e dei liberi giornalisti non servirà. Prima o poi, chi si è macchiato e continua a macchiarsi di indicibili ed efferati crimini dovrà rendere conto delle proprie scellerate scelte.
La vigliaccheria, il doppiogiochismo, la menzogna, la violenza gratuita sono le caratteristiche dei despoti e di tutti i governi che li sostengono economicamente e tecnologicamente, con l’invio di armi sempre più sofisticate per uccidere meglio e in maniera rapida e precisa. I bambini a Gaza sono diventati bersagli. I responsabili di queste atrocità dovranno pagare per il dolore che stanno causando.
Papa Leone XIV ha affermato con chiarezza assoluta e con voce ferma che abbiamo bisogno di una «pace disarmata e disarmante». Abbiamo bisogno di ritrovare quel senso di umanità che rende la vita preziosa e degna di essere vissuta nel rispetto dei nostri fratelli e sorelle; abbiamo però bisogno di agire con immediatezza e con coraggio per far tacere le armi e giungere a tregue che possano portare presto alla pace, in modo equo e duraturo.
La parola deve passare al corpo diplomatico, al confronto diplomatico, perché soltanto con il confronto e il dialogo potranno essere poste le basi per giungere a risultati positivi. Le armi devono tacere, la parola deve diventare lo strumento per risolvere i conflitti, con chiarezza, intelligenza e con lungimiranza.
Se sapremo ritrovare quel senso del rispetto dei valori della vita e giungere così a risultati positivi, potremo dire di essere ancora umani; altrimenti sarà catastrofe per tutti e nessuno sarà più al sicuro.