L’avvocato Lovati, il legale che insieme all’avvocatessa Taccia assiste Andrea Sempio, ha offerto dei nuovi spunti investigativi che possano portare alla scoperta degli autori (o dell’autore) dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto 18 anni fa e per il quale vi è un condannato in via definitiva a 16 anni di carcere – in buona parte già scontati – ovvero Alberto Stasi.
Ciò che fa riflettere è che proprio il difensore di Andrea Sempio – per il quale sarebbe molto più comodo come strategia difensiva rappresentare che contro Alberto Stasi si sono espressi ben tre gradi di giudizio e pertanto non debbano esserci dubbi sulla sua colpevolezza – afferma l’innocenza del fidanzato della povera Chiara, attribuendo invece il delitto ad un sicario che avrebbe agito su mandato di soggetti appartenenti ad un giro di pedofilia.
Secondo l’avvocato Lovati, costituisce fatto noto che in quegli anni presso il Santuario della Bozzola di Garlasco, sito a 300 mt dall’abitazione dei Poggi, avvenissero abusi su adolescenti. E’ provato da processi e atti giudiziari che nel 2014 due rumeni abbiano tentato di estorcere 250.000 euro al promotore di giustizia del Vaticano che si era recato presso detto Santuario per comprendere cosa stava succedendo. Ma in loco vi erano dei poliziotti travestiti da preti che colsero in flagrante i due rumeni. Sarebbe acclarato che la minaccia da cui è scaturito il tentativo di estorsione fosse la rivelazione pubblica della pratica della pedofilia che si esercitava all’interno del Santuario della Bozzola già da parecchio tempo. I due rumeni, condannati, sono però latitanti.
La tesi sostenuta dal difensore di Andrea Sempio non appare tanto peregrina in quanto nel computer di Chiara furono trovati dei file dove erano stati scaricati, poco più di un mese prima dell’omicidio, link che trattavano di pedofilia e foto che riprendevano il Santuario. In pratica, l’avvocato Lovati sostiene che Chiara sia venuta a conoscenza diretta che nel Santuario della Bozzola si praticasse la pedofilia e che sia stata eliminata in quanto testimone scomoda.
Secondo il difensore di Andrea Sempio anche altre “morti strane” verificatesi a Garlasco negli anni successivi all’omicidio di Chiara potrebbero avere un anello di congiunzione con il delitto ed il suo movente. Giovanni Ferri, 88enne, fu rinvenuto morto in uno spazio angusto di 50 cm con la gola ed i polsi tagliati ma senza una lama nelle vicinanze. Ferri aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere? La mattina dell’omicidio di Chiara Ferri era seduto al tavolino esterno di un bar e avrebbe rivelato solo alla moglie di aver visto qualcosa di importante.
Poco tempo dopo la morte del Ferri fu ritrovato morto anche il suo medico curante, Corrado Cavallini. Quest’ultimo avrebbe prestato assistenza sanitaria alla moglie di Giovanni Ferri dopo la sua morte. C’è chi sostiene che la moglie del Ferri abbia rivelato il segreto del marito al medico e che la sua morte sia dunque collegata alla morte di Giovanni Ferri. Inoltre, vi sono stati una serie di suicidi controversi di giovanissimi, tra cui un amico d’infanzia di Sempio, trovato impiccato con un nodo scorsoio difficile da realizzare.
Garlasco è un paesino del pavese di 9000 abitanti. Uno di quei piccoli paesi di provincia del nord ai quali si pensa come luoghi tranquilli e che sarebbe stato sconosciuto ai più se non vi fosse avvenuto l’omicidio della povera Chiara. Effettivamente occorre fare qualche sforzo per ritenere che i menzionati fatti di sangue susseguitisi nell’arco di soli nove anni in questo piccolo centro non possano essere in alcun modo collegati fra di loro. Il giallo sulla morte della giovane economista si infittisce.