Si ripete continuamente che Sant’Agata dei Goti (BN) sia «uno dei borghi più belli d’Italia», ma è una definizione ormai vuota e retorica, priva di senso autentico se non accompagnata da un’azione concreta di salvaguardia della memoria storica.
L’Archivio comunale santagatese custodisce documenti di grande valore storico che risalgono certamente all’Età moderna, se non addirittura a periodi precedenti, ma oggi è praticamente impossibile definirne con precisione la cronologia esatta a causa delle condizioni in cui versa. Ammassati in una soffitta, esposti all’umidità, alla muffa, alla polvere e all’incuria più totale, quei documenti si stanno lentamente e irrimediabilmente distruggendo sotto gli occhi della comunità e delle istituzioni.
La recente denuncia del giornalista e scrittore Giancristiano Desiderio, partita su Facebook attraverso il 23° post della sua rubrica social “Noterelle Santagatesi” e amplificata poi con forza mediatica da un articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno, ha riportato alla luce una realtà nota ma colpevolmente trascurata da troppo tempo. Il clamore generato dalla notizia ha superato rapidamente i confini comunali, coinvolgendo un’opinione pubblica più ampia e attirando l’attenzione sul tema.
Di fronte a questo appello, che ha suscitato comprensibile indignazione nella cittadinanza, il sindaco Salvatore Riccio ha manifestato disponibilità all’intervento, lamentando tuttavia una cronica carenza di risorse umane ed economiche. Una risposta comprensibile ma non sufficiente. Non basta, infatti, limitarsi ad attendere finanziamenti o soluzioni dall’alto: serve assumersi la responsabilità civile e morale di tutelare il patrimonio storico locale.
La comunità ha risposto con una disponibilità concreta e immediata: cittadini volontari, associazioni come la Pro Loco e l’Associazione San Silvestro APS, così come il presidente del consiglio comunale e consigliere provinciale Alfonso Ciervo, hanno espresso la volontà di mettere gratuitamente tempo, energie e competenze al servizio di questa causa. A questi si è aggiunto il supporto qualificato di Lorenzo Terzi, direttore dell’Archivio di Stato di Avellino, che ha sollecitato urgentemente l’intervento della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania, sottolineando che il riordino delle carte deve essere compiuto da personale specializzato secondo rigorosi criteri scientifici.
Di fronte a tale mobilitazione, il sindaco Riccio ha garantito che a settembre sarà convocata una Conferenza di Servizi con la stessa Soprintendenza, annunciando anche la possibilità di utilizzare parte dell’ex sede del Banco di Napoli per creare finalmente un luogo dignitoso in cui custodire l’Archivio storico comunale.
L’appuntamento di settembre rappresenta dunque una scadenza cruciale per Sant’Agata dei Goti. Si tratta di passare rapidamente dalle intenzioni alle azioni, poiché ogni giorno trascorso nell’inattività contribuisce irrimediabilmente al deterioramento della memoria storica cittadina.
È necessario quindi agire subito, con determinazione e consapevolezza, per far sì che questa vergogna diventi presto soltanto un ricordo, e non più un pesante presente.