Con profonda angoscia e indignazione, la Redazione esprime la propria ferma condanna per il brutale massacro di giornalisti avvenuto lunedì 25 agosto 2025, nel raid aereo israeliano sull’ospedale Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, che ha provocato almeno 20 vittime, tra cui cinque coraggiosi operatori dell’informazione. Il destino non ha risparmiato nemmeno un collega di Reuters, il fotografo Hatem Khaled, rimasto ferito.
Secondo il Comité for the Protection of Journalists, il conflitto tra Israele e Hamas è diventato uno dei più letali per i giornalisti: almeno 189 cronisti palestinesi sono già stati uccisi in Gaza nei 22 mesi di guerra. Organizzazioni come Reporters Without Borders e la Foreign Press Association denunciano questo attacco come un gravissimo attentato alla libertà di stampa.
Appello della redazione
1. Condanna netta
Ribadiamo con forza: ogni attacco a obiettivi civili è inaccettabile. In particolare, colpire giornalisti – donne e uomini che rischiano la vita per documentare il dolore altrui – è un reato morale prima ancora che legale. Il loro compito è illuminare le zone oscure del conflitto, non devono essere bersagli.
2. Richiesta di inchiesta indipendente
Chiediamo indagini trasparenti e indipendenti: solo così la verità potrà emergere, la responsabilità potrà essere accertata, e soprattutto si potrà impedire che la morte diventi uno strumento per soffocare le voci della verità.
3. Solidarietà e protezione
Il sacrificio di questi colleghi ci ricorda il valore inestimabile del giornalismo: documentare la realtà è un atto di resistenza. Siamo chiamati a sostenere tutti i cronisti che, con coraggio, continuano a raccontare la verità.
4. Appello alla comunità internazionale
Invitiamo governi e organismi internazionali a:
• Garantire accesso e sicurezza ai media in Gaza;
• Stabilire norme rigorose per la protezione dei mezzi d’informazione nei teatri di guerra;
• Condannare ogni attacco contro la stampa, perché un’informazione libera è un pilastro della democrazia.
Una presa di posizione che non ammette silenzi
Non possiamo tacere di fronte a parte della stampa italiana che – direttamente o indirettamente – contribuisce a delegittimare la sofferenza dei palestinesi o a mettere in discussione la verità delle morti, arrivando a insinuare che i giornalisti siano compiacenti o fiancheggiatori di Hamas. Questa narrazione è inaccettabile. Non si può chiudere gli occhi di fronte a chi difende posizioni evidentemente indifendibili.
Si pensi, ad esempio, alla narrazione mediatica che accoglie le notizie provenienti da Gaza come se fossero neutrali, senza riconoscere che molte fonti – come i ministeri locali – sono gestite da organizzazioni designate terroristiche, eppure le testate italiane le presentano con termini ammorbiditi come “islamisti” piuttosto che “terroristi”, conferendo involontariamente credibilità a una fonte di parte.
È intollerabile minimizzare il genocidio in atto a Gaza o ridurre i morti a numeri astratti, ignorando le storie personali, le identità e il dolore delle vittime. Troppe volte le vittime palestinesi compaiono come ombre indistinte, in contrasto con l’attenzione riservata agli ostaggi israeliani, i cui volti, storie e dolori emergono con forza sulla stampa italiana.
Da giornalisti, dobbiamo mantenere una postura etica chiara: solidarietà incondizionata per i colleghi caduti e un severo monito a chi, in Italia, continua a disinformare e a sviare l’attenzione dal grido disperato che arriva da Gaza anche in considerazione del fatto che i servitori dell’informazione sono tutelati dalla convenzione di Ginevra ed il loro assassinio è da ritenersi un crimine di guerra.
Onoriamo nella memoria Mariam Dagga, Mohammed Salama, Hussam al Masri, Moaz Abu Taha e Ahmad Abu Aziz assassinati dalla furia bestiale e inarrestabile di Israele. Il loro impegno e la loro voce non devono essere spente invano. Con dolore, con determinazione e con onore, continuiamo a raccontare.
La redazione conferma il suo impegno per la libertà di stampa ovunque.
Condividono il comunicato:
Daniele Orilia | Carmine De Nardo | Luca De Franciscis | Gerardo Pecci | Marco Naponiello |
Titty Ficuciello | Raffaella Iannece Bonora | Sharon Sabbatini | Pietro Russillo | Rossella Nocca |
Maria Antonella Pera | Raffaele Agresti | Anna De Rosa | don Giuseppe Landi | Ciro Silvestri |
Marzia De Nardo | Massimo Acconcia | Bruna Fontana | Ivana Ferraro | Carlo Ceresoli |
Bruno Baldassarre | Giuseppe Trivisone | Carmen Cretoso | Maria Rosaria Santaniello | Peppe Barra |
Antonio Auricchio | Arturo Denza | Alberto Cicatelli |
Nota di Salvatore Campitiello, tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e Presidente dell’Assostampa Campania Valle del Sarno:
Piena verità e ferma condanna su questa immane strage che ha visto distrutta la vita di un gruppo di operatori – giornalisti e dei loro mezzi di informazione.
Chi opera per raccontare la verità nei conflitti bellici va salvaguardato e non bombardato, nemmeno per errore!
Viva la libertà di Stampa.
Sempre! E nessuno ci fermerà nella nostra missione e di quella di tutti i giornalisti del pianeta!