In questi ultimi giorni molti stanno scrivendo, soprattutto sui social network, riguardo agli ultimissimi avvenimenti di quello che resta della Striscia di Gaza e della sua martoriata popolazione. In particolare, ha suscitato orrore e sdegno il nuovo ed esecrabile bombardamento di un ospedale, la morte di altri civili, tra cui bambini, e quella di cinque giornalisti che stavano svolgendo la propria missione per documentare gli orrori in atto. Netanyahu – ricercato per crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte Penale Internazionale – non può né deve parlare di un “errore”, di sbagli da parte dei militari israeliani.
Netanyahu non vuole lasciare tracce delle proprie colpe e uccide coloro che quelle colpe cercano di documentarle. Si tratta di una giustificazione che non regge perché la sua strategia è chiara ed è quella dell’annientamento e della deportazione della popolazione di Gaza, anche attraverso il crimine della carestia provocata dal blocco degli aiuti umanitari così come sancito dall’O.N.U. le cui vittime più fragili sono soprattutto bambini.
Noi giornalisti abbiamo il dovere civile e umano di evidenziare tutto questo orrore, di condannarlo e documentarlo per far conoscere al mondo quanto sta avvenendo. Naturalmente non solo per quanto riguarda Gaza, ma anche per tutti i conflitti bellici che offendono l’umanità. In particolare, Netanyahu sta operando in modo programmato e pianificato. Le sue azioni sono nel solco della più tragica logica antiumana, che affonda storicamente le radici nel nazifascismo.
I ministri israeliani Ben Gvir e Smotrich si distinguono per l’odio contro la popolazione araba nella Striscia di Gaza in Palestina e in Cisgiordania e sono entusiasti per la decisione del proprio governo di costruire nella West Bank, al centro della Cisgiordania, un nuovo insediamento coloniale israeliano che di fatto porterebbe a un nuovo atto di occupazione illegale in quel luogo e alla fine dell’ipotesi della creazione di due stati, uno arabo-palestinese e uno israeliano. E ricordiamo che gli insediamenti dei “coloni” israeliani sono protetti da civili armati, con armi fornite da anni dall’esercito israeliano.
Tutto ciò è storicamente documentato e fa parte di uno scellerato progetto sionista, folle, che è conseguenza «di un’ideologia che prevede la ricostruzione dell’Israele biblica», come ci ricorda Anna Foa nel suo libro Il suicidio di Israele, pubblicato nel 2024. Questa visione del governo israeliano è completamente opposta a una dichiarazione del 1992 nella quale lo stesso Israele si autodefinì uno «stato ebraico democratico per tutti i suoi cittadini» indipendentemente dalla loro appartenenza etnica, nazionale e religiosa, come ci ricorda Arturo Marzano in un suo famoso libro sulla Storia dei sionismi, pubblicato nel 2017.
Oggi, come può Israele giustificarsi di fronte al mondo intero? È chiaro che non può più parlare di democrazia, che invece è tolleranza, con la presenza e convivenza pacifica di cittadini liberi e uguali nelle loro diversità.
Come ci ricorda ancora Anna Foa, il ministro israeliano Ben Gvir nel 2007 fu condannato per istigazione al razzismo e la sua idea è appunto, oggi, proprio quella dell’espulsione dalla Palestina dei suoi legittimi abitanti di cultura e civiltà araba e favoreggia la creazione della cosiddetta “grande Israele” che storicamente ci ricorda l’ideologia nazista della “grande Germania” e la conquista di un improbabile “spazio vitale” per Israele. E si deve soprattutto al ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich «il tentativo di bloccare totalmente gli aiuti alla Striscia di Gaza», come ci ricorda ancora una volta Anna Foa e come di fatto è stato messo in atto dal governo di Israele e ha provocato la carestia denunciata qualche giorno fa dalle Nazioni Unite.
In tutta questa tragedia umanitaria il «democratico Occidente, garante dei diritti umani» sta a guardare, senza intervenire in modo diretto per provare a bloccare tutto questo orrore genocidario. Si tratta di un silenzio inaccettabile e imbarazzante, complice, che va condannato e la storia lo farà. L’onta della vergogna però si riverserà anche sulle nostre complici coscienze, sporche di sangue innocente, se continueremo a tacere e a rimanere inerti.