Roma. Nel cuore pulsante dell’arte urbana romana abbiamo incontrato Alberto Riccardo Mieli, in arte A.R.M. & Le braccia, cantautore indipendente che ha fatto della musica un linguaggio di libertà e confronto. Tra serate di open mic nei locali della capitale e un nuovo album che ha già lasciato il segno, Mieli si racconta con la sincerità di chi vive la musica come necessità vitale.
«Si può ancora pubblicare un doppio CD di inediti nell’epoca dell’intelligenza artificiale?», gli chiediamo.
«Certo che sì – risponde –. L’AI non saprà mai dove trovare l’ispirazione e l’emozione che servono per scrivere un brano. La vera domanda è: hai qualcosa da dire? Se sì, sarebbe un sacrilegio non farlo».
Una carriera tra piccoli palchi e grandi nomi
Mieli è oggi una presenza costante nei circuiti indipendenti romani e non solo. Dalle reinterpretazioni dei grandi cantautori italiani – da De Gregori a Bennato – alle sue composizioni originali, ha costruito un repertorio che fonde esperienza e freschezza. «Come potrei stancarmi della musica?» confessa. «È un linguaggio parallelo, pacifico e appagante, che ci accompagna lungo tutta la vita. L’importante è avere voglia di suonare e di confrontarsi con le persone».
Dalla storica scena del Folk Studio di via Sacchi, che negli ultimi anni ha lanciato artisti come De Gregori, Venditti e Stefano Rosso, fino ai palchi improvvisati delle piazze europee, Alberto Riccardo Mieli – in arte A.R.M. & Le braccia – ha percorso un cammino musicale unico di poesia, impegno e passione.
Gli studi e la formazione
L’iter artistico di Mieli inizia nel 1975 alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio, sotto la guida di maestri d’eccezione: dal pianoforte con Sandro Licata alla chitarra folk con Mario Fales, fino all’armonia e al solfeggio con David Short e alla musica popolare con Giovanna Marini. Dopo ulteriori esperienze alla Saint Louis Jazz School con Bruno Tommaso e Umberto Fiorentino, Mieli perfeziona la sua formazione con corsi di eccellenza, tra cui quello con il celebre chitarrista Luca Colombo.
Gli esordi tra Monteverde e la Scandinavia
Imbraccia la chitarra a soli 16 anni, forma la sua prima band, i Team Evers, e inizia a comporre brani rock in lingua inglese, ispirati alla tradizione folk angloamericana. «Le cover di Dylan e Simon & Garfunkel erano un passaggio obbligato – racconta – ma presto è nata l’esigenza di scrivere canzoni mie». Negli anni ’80 inizia a farsi conoscere nei locali storici della capitale, dal Folk Studio al Fonclea, passando per piazze e festival come quello dei Menestrelli organizzato dal Partito Radicale nel 1982 a Piazza Navona. Nel 1984 si trasferisce in Finlandia, dove apre i concerti del gruppo più celebre del Paese, gli Eppu Normaali, proponendo un repertorio di brani propri e cover di Clapton, Simon & Garfunkel e James Taylor.
Dalle prime cassette agli anni ’90
Il debutto discografico arriva negli anni Novanta con Incidenti di percorso, pubblicato da Sonopress, divisione della RCA/BMG Ariola. Brani come Il locale brasiliano, Aggettivi stravaganti e Risiko (presentata al Cantamare di Cefalù 1992) lo fanno conoscere al pubblico. Seguono il 45 giri Noi diciamo sì/Niente da fare, che diventa sigla estiva nei villaggi turistici, e nel 1994 il lavoro L’isola italiana, sostenuto dal grande paroliere Sergio Bardotti.
Contro musica leggera e i riconoscimenti
Nel 2000 pubblica il CD Contro musica leggera con perle come Charlotte, Guardami, Io vengo dal Rock e Jerusalem, sigla televisiva su Tele Lazio. Sono anni di intensa attività live, tra villaggi turistici (anche con Fiorello), festival nazionali e trasmissioni Rai. Nel 1990 partecipa al quiz musicale Parole e raddoppia.
Collaborazioni e progetti
Rientrato in Italia, Mieli porta avanti un percorso acustico che lo vede collaborare con artisti come Andrea Luciani, Francesco Lucarelli e Stefano Frollano, dando vita a band come The Twilight e California Stars’n Bars Revue. Negli anni Duemila l’album Contromusica Leggera, viene premiato al Christmas Village 2003 con una pergamena consegnata dal cardinale Ruini.
In seguito, sperimenta nuove sonorità con il progetto Blues’n Green e la formazione The Duo, con cui porta in tour arrangiamenti acustici di brani pop ed evergreen, arrivando fino a Palma di Maiorca nel 2016. L’anno successivo vince il bando del Comune di Roma e si esibisce come “one man band” in Piazza Navona durante la Festa dell’epifania.
La maturità con Giocattoli sonori
Il vero salto di qualità arriva con il doppio CD Giocattoli sonori (2024), 27 brani originali e una cover che hanno conquistato la critica. Un disco definito «opera della maturità», arricchito da collaborazioni prestigiose: Alessandro Magri (pianista di Gianni Morandi), la corista Lisa Manara, il sassofonista Pierfrancesco Cacace e il polistrumentista Luigi Montagna.
Dedicato alla nonna pianista, scomparsa nel 1958, l’album mescola influenze folk, rock e pop, mantenendo però un cuore lirico e letterario. Canzoni come Monteverde Blues, Bella è la vita, Vela Mediterranea e Anna suona il basso emergono come nuove gemme del suo repertorio.
L’impegno e la scena live
Artista instancabile, Mieli ha suonato nelle principali piazze d’Europa, partecipato a manifestazioni per la pace in Medio Oriente e calcato i palchi di festival storici come il Cantamare di Cefalù. Nel 2024 il Caffè Letterario di Testaccio lo ha ospitato in un concerto speciale, e nello stesso anno ha partecipato alla kermesse dedicata a Mario Fales all’Antica Stamperia Rubattino, accanto a nomi storici come Mimmo Locasciulli ed Edoardo De Angelis.
Presente e futuro
Oggi Alberto Mieli divide il suo tempo tra l’insegnamento della chitarra e le esibizioni dal vivo con diverse formazioni romane, tra cui Sunny Bay, Blues Therapy e Blues ’n Green, senza abbandonare il suo percorso solista con il progetto Giocattoli Sonori.
Vincitore della Coppa Open Mic 2025 al Bar Desiré di Roma, Mieli continua a esibirsi nei locali e nei festival, mantenendo vivo il contatto con la tradizione cantautorale italiana, ma con uno sguardo sempre rivolto all’innovazione. I suoi brani sono disponibili su tutte le piattaforme digitali, da Spotify a YouTube, dove l’artista continua a pubblicare regolarmente nuovi singoli.
Nel 2025, il suo singolo L’Ala supera le 44.000 visualizzazioni su YouTube, segno che il pubblico continua a seguire con affetto un artista che ha sempre scelto di rimanere autentico.
«La musica è una compagna di vita – dice Mieli –: cambia forma, si rinnova, ma resta sempre una necessità interiore».
Uno sguardo al futuro
Mieli non nasconde l’ambizione e la speranza: «Ho avuto contatti importanti: alcuni cercano le mie canzoni, perché è di questo che si tratta. Se venissero interpretate da artisti di primo piano, potrebbero davvero dare una svolta alla mia carriera. Non mi resta che incrociare le dita».
Con la sua musica, Alberto Riccardo Mieli dimostra che, anche in un’epoca dominata dalla tecnologia e dalle logiche di mercato, il talento e la passione possono ancora aprire nuove strade.