Continuano gli incontri sull’arte contemporanea che il Civico 23, galleria salernitana di via Parmenide 23, ha iniziato a proporre dalla scorsa primavera e che hanno visto protagonisti lo stesso curatore dello spazio, Angelo D’Amato, con Corpo e rappresentazione Bacon/Deleuze; Cristina Tafuri con Dialoghi su arte e dittatura; e l’artista Italo Carrarini con Le vie dell’arte.
Sabato 11 ottobre alle 18.00 si metterà a fuoco la storia di Rufoli, delle sue fornaci storiche e di Città creativa, il museo ideato dal grande artista scomparso Ugo Marano. Relazionerà sull’argomento La terra-madre dell’argilla Gabriella Taddeo, già direttrice del museo stesso e attualmente responsabile delle collezioni.
Sarà presente anche l’attuale direttrice, Filomena Daraio.
L’evento si concentrerà sulla proiezione di un video che ricostruisce la storia del museo, con interviste a Ugo Marano, Pasquale Persico e ai fratelli De Martino.
Da Fratte, salendo per Ogliara, s’incontra il museo Città creativa, centro municipale di sperimentazione e documentazione della ceramica contemporanea. È nato nel 1997 come progetto complessivo di rilancio economico, sociale e culturale dell’antica tradizione artigianale del “cotto di Rufoli”, a poca distanza dalle antichissime fornaci a fascine che sono state recentemente ristrutturate dai fratelli De Martino, produttori del cotto locale secondo gli antichi, lenti rituali a fuoco.
Rufoli, in altre parole, è l’antica terra-madre da cui i vasai campani, e anche quelli di Vietri, attingevano e attingono la materia prima per lavorarla e renderla manufatto.
Fin dall’antichità la zona di Rufoli è stata sede di attività estrattive e di lavorazione ceramica, e ha rappresentato per secoli la base dell’edilizia locale. È stato proprio a partire da quei laterizi semilavorati che ha avuto origine la scuola ceramica di Vietri.
Attualmente le fornaci De Martino sono le uniche superstiti di quei modi e ritmi artigianali: chi le visita può conoscere il suggestivo ciclo ceramico a fascine, ormai del tutto scomparso altrove, dall’estrazione nella cava fino allo scalpellino che rifinisce manualmente ogni mattonella, una per una.
L’obiettivo del museo Città creativa è proprio quello di puntare alla riscoperta dell’identità culturale e produttiva del sito, ma anche di promuovere lo sviluppo di nuove capacità ideative, come le botteghe — spazi comunali assegnati a nuovi ceramisti — e come gli artisti di varia estrazione che si avvicendano nelle sale del museo, stratificandone la collezione grazie alle loro donazioni.