Oggi abbiamo il piacere di intervistare Anna De Martino, un’illustratrice, creativa e fotografa appassionata, che ha recentemente realizzato un progetto speciale e molto personale. Dopo tanto impegno e dedizione, Anna ha dato vita a un suo sogno: il suo primo libro, intitolato Oggi cucino a colori – Ricette senza barriere. Un’opera che unisce semplicità, inclusione e amore, pensata per avvicinare tutti, indipendentemente dalle abilità, alla cucina e alla lettura, attraverso ricette illustrate accessibili e coinvolgenti.
Oggi conosceremo meglio Anna, il suo percorso e le motivazioni che l’hanno portata a questa importante realizzazione.
D – Anna, puoi raccontarci come è nata l’idea di realizzare un libro di ricette illustrate pensato per tutti?
È nata dopo svariate ricerche di testi scritti in stampato maiuscolo che fossero alla portata di ragazzi che, come mia figlia, non comprendono lo script, accompagnati da illustrazioni che rafforzano la memoria visiva e non li facciano sentire frustrati, ma gratificati nel raggiungere le proprie autonomie.
D – Quali sono state le principali sfide che hai incontrato durante la creazione di questo progetto e come le hai superate?
La sfida più grande è stata cercare la giusta chiave di lettura, vista con gli occhi di chi legge in modo diverso. Non ho ancora superato tutto: lo sto facendo con l’aiuto del mio psicologo, perché mi sono dovuta informare, preparare e mettere nei panni che non sono i miei.
D – Nel tuo lavoro di illustratrice e fotografa, come si sono intrecciate queste due passioni nel progetto del libro?
Semplicemente con la memoria visiva. Io posso immortalare con uno scatto; un adolescente può immagazzinare, seppur in modo diverso, un’immagine.
D – Le ricette nel tuo libro sono pensate per essere accessibili e semplici: come hai scelto le ricette da includere e cosa le rende speciali?
Sono ricette che normalmente faccio, nella semplicità della mia cucina, ma che di speciale hanno la condivisione di momenti quotidiani da vivere con mia figlia.
D – Qual è il messaggio che desideri trasmettere a chi leggerà e utilizzerà il tuo libro?
Questo libro per me rappresenta l’inclusione, cosa che deve nascere dapprima nelle mura di casa per dare autonomia ai ragazzi, farli sentire sicuri, far accrescere la loro autostima.
D – Come pensi che l’arte e la creatività possano contribuire a rendere il mondo più inclusivo e accogliente?
L’arte è un mondo immenso, dove ognuno trova la sua dimensione, che sia essa disegno, danza, musica o teatro. Ogni essere umano la vive secondo ciò che ha dentro, secondo ciò che vede e ne coglie il proprio senso.
D – Puoi condividere qualche dettaglio sul processo di illustrazione e sulla scelta dei disegni semplici e leggibili?
Ho illustrato di proposito ingredienti e attrezzi da cucina in modo semplice, perché ho voluto qualcosa di piacevole agli occhi, soprattutto ai miei. E più disegnavo, più trovavo divertente il modo in cui lo stavo facendo.
D – In che modo il tuo amore per la fotografia di tramonti e paesaggi si riflette nel tuo modo di creare illustrazioni e raccontare storie?
Ho amato la fotografia e il disegno da sempre. I tramonti e il mare mi rasserenano e, seppur non stia fotografando, immagino sempre che ciò che vedo possa essere riportato con matita e colori.
D – Quali sono i tuoi progetti futuri? Continuerai a sviluppare iniziative in questa direzione?
Sicuramente ho tanti argomenti da approfondire, ma non saprei vivere senza il mio mondo a colori. E quindi, perché non dovrei condividerlo con chi ha bisogno di allegria, nel realizzare qualcosa che normalmente è scritta solo in bianco e nero?
D – Ho visto che partecipi a vari eventi itineranti sia a Salerno che in provincia. Il 4 giugno 2025 hai un appuntamento presso il Complesso San Michele. Ce ne parli?
Sono stata invitata da Anna De Rosa. Che dire? Ne sono lusingata, ma allo stesso tempo molto emozionata, perché mi viene data non solo la possibilità di esporre dei miei manufatti, ma anche di raccontare del mio primo libro inclusivo, che senza dubbio è la creazione che più mi ha messo a dura prova emotiva.
D – Infine, una domanda rituale: che consiglio daresti a chi desidera esprimere la propria creatività e realizzare un progetto che possa fare la differenza?
Ho un solo consiglio da dare: di esprimere, attraverso la creatività, ciò che si ha dentro, ciò che ci frulla in testa e non ci fa dormire la notte, ciò che ci fa sentire vivi. Perché è una cosa intima. Un progetto fa la differenza solo se rappresenta ciò che siamo, e non ciò che vorrebbero gli altri. Ognuno col suo modo di essere, e non di apparire.