Pietro, il bimbo di 9 mesi ricoverato con fratture multiple al Santo Bono a Napoli, lotta ancora tra la vita e la morte. Restano ancora misteriose le cause che hanno portato alle fratture ritrovate sul corpo di Pietro. Attenzionati dalla Procura sia la madre che il suo compagno. Giuseppe Cinalli, il neurochirurgo del noto ospedale pediatrico napoletano, ha spiegato che le lesioni cerebrali sono “sicuramente state provocate da qualcosa che è successo nelle ultime ore antecedenti al ricovero, mentre “le lesioni al femore sono sicuramente più antiche” e quelle “costali sembrano ancora più antiche”.
Le tempistiche diverse degli eventi che hanno prodotto le fratture fanno ritenere che il bimbo sia stato vittima di maltrattamenti. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 5 giugno la madre sarebbe uscita di casa per andare a prendere a scuola l’altro figlio, di 4 anni, restando fuori dall’abitazione circa 45 minuti. In quel lasso di tempo Pietro sarebbe rimasto in casa con il compagno della madre. E’ su questo buco temporale che ora si concentrano le indagini.
La madre di Pietro in passato aveva denunciato il suo ex compagno, padre biologico di Pietro, per maltrattamenti, ma gli investigatori ritengono che non sia stato lui a procurare le fratture al bimbo. Intanto il padre di Pietro – genitore anche del bimbo di 4 anni – ha intenzione di richiedere al tribunale l’affidamento dei due bimbi. Infatti subito dopo l’accaduto, mentre alla madre è stata revocata la potestà genitoriale su entrambi i figli, il maggiore è stato affidato ad una comunità protetta anziché al padre. Il fatto che il bimbo di 4 anni non sia stato affidato al padre lascia ritenere che qualche problematica l’uomo l’abbia.
Per quanto riguarda invece l’attuale compagno della madre, il cognato, intervistato da emittente televisiva nazionale, esclude categoricamente qualsiasi responsabilità del cognato nella vicenda, definendolo padre amorevole (anche il compagno della madre di Pietro ha figli) e assolutamente incapace di fare del male ad un bimbo.
Intanto, oltre a revocare la potestà genitoriale alla madre del piccolo Pietro, le è stato altresì vietato di recarsi al Santo Bono per vedere il bimbo. Analogo divieto ha ricevuto il compagno. L’unico ad avere la possibilità di recarsi presso la struttura sanitaria partenopea è il padre del piccolo Pietro, il quale fa continuamente la spola tra Villammare e Napoli per ricevere notizie dai medici e guardare attraverso vetri divisori il povero piccolo.