(Adnkronos) – "La recente riforma della Fondazione, con il Ddl Competitività, ci affida un ruolo operativo più forte: ogni 3 anni verranno definite linee strategiche nazionali che la Fondazione sarà chiamata ad attuare. Con il ministero delle Imprese e del Made in Italy sempre al centro, ma con il contributo permanente anche del ministero della Salute, ci piacerebbe continuare a essere uno strumento attuatore concreto, a supporto delle politiche che nasceranno dal confronto nazionale e europeo, valorizzando gli ecosistemi di ricerca e impresa già così forti nel nostro Paese". Così Maria Cristina Porta, direttore generale Fondazione Enea Tech e Biomedical, nel suo intervento al convegno dedicato al Biotech Act' che si è svolto in occasione dell'Assemblea annuale Assobiotec, oggi a Roma. "Il biotech – continua Porta – si caratterizza per: la complessità, non è un settore verticale, ma un sistema di verticali interconnessi; l'interdisciplinarietà, la Biotech Journey coinvolge ricerca, industria, salute pubblica, sicurezza, e per l'indipendenza strategica e la necessità di politiche industriali che integrino verticalità e interdisciplinarietà. L'esperienza della Fondazione Enea Tech e Biomedical, promossa dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e oggi vigilata anche dal ministero della Salute, sottolinea il legame tra industria e salute. La nostra partecipazione al tavolo sull'internazionalizzazione del biotech promosso dal ministero degli Esteri, insieme a ricerca, imprese e finanziatori, ha portato a un documento che individua driver strategici per le politiche industriali del Paese. Ritroviamo lo stesso approccio anche nei documenti europei sul Biotech Act, dove si parla di approccio cross-settoriale e di Biotech Value Chain, con il coinvolgimento diretto delle direzioni Salute, Ricerca e Industria della Commissione". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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