Mercoledì 21 maggio 2025, ore 18 presso la Libreria Imagine’s Book in corso Garibaldi – Salerno, la scrittrice Elena Lanzetta presenta “Solo Cagliostro” una presentazione da non perdere per gli appassionati di storia, mistero ed esoterismo
Una indagine accurata che riguarda un personaggio di cui molti sanno poco.
Tenta di svelare, o almeno chiarire, il mistero di Cagliostro la scrittrice e psicologa Elena Lanzetta, appassionata di esoterismo e criminologia.
Autrice di un altro interessante racconto sulla leggenda di Barliario e del famoso Ponte dei Diavoli, ci propone ora “Solo Cagliostro”, un avvincente romanzo raccontato in prima persona, che riserva inedite notizie sul profilo di questo notissimo avventuriero del ‘700, e ci fa intravvedere senza veli quel mondo pseudoscientifico, occultistico, massonico, che precedette immediatamente la Rivoluzione.
Dialoga con l’autrice Luciana Mauro, giornalista e scrittrice.
L’ingresso è gratuito.
Notizie sul personaggio
Il suo vero nome era Giuseppe Balsamo, ma era a tutti noto come Alessandro conte di Cagliostro.
Era nato a Palermo da una famiglia di commercianti, il 2 giugno 1743. A quindici anni prese l’abito dei confratelli della carità, ma ben presto abbandonò il convento di Caltagirone per tornare a Palermo, dove attese allo studio del disegno e si diede a vita scapestrata.
Fuggito a Roma, vi sposò nel 1768 Lorenza Feliciani, figlia d’un fonditore romano, e vi esercitò l’arte del falsario. Seguirono altre fughe in varie città d’Italia e d’Europa. Nel 1775, il Balsamo viveva sfarzosamente a Napoli col nome di marchese Pellegrino; verso la fine del ’76, assunse a Londra il nome pomposo di conte Alessandro di Cagliostro, e, conquistata la fama di chimico, medico, mago, profeta, iscrittosi nella loggia massonica della Speranza, tornò sul continente, alternando ovunque truffe e imposture.
Espulso dalla Russia (1780), ebbe trionfali accoglienze a Varsavia e a Strasburgo, sbalordendo tutti con la trasformazione di metalli vili in oro, con miracolose guarigioni, con generose beneficenze. Stabilitosi a Parigi nel 1785, vi riempì il vuoto lasciato l’anno prima dalla partenza di Mesmer; straordinaria fortuna ebbe il rito da lui inventato della massoneria egiziana. Affascinò i parigini la dolce Lorenza, che aveva assunto il nome di Serafina.
Ma il famoso processo della collana fu per lui il principio della fine. Amico del Cardinale di Rohan e accusato dalla contessa de la Motte d’aver ideata e attuata la colossale truffa, fu chiuso con la moglie nella Bastiglia. Riuscì a provare la sua innocenza e fu rimesso in libertà, accompagnato a casa da una folla innumerevole: ma gli fu imposto di lasciar Parigi.
Si rifugiò a Londra, mentre il giornalista Théveneau de Morande cominciò a rivelare il vero essere di lui nel Courier de l’Europe del 1° settembre 1786.
Ricominciano nuove fughe e peregrinazioni affannose, con una sosta a Trento, dove entra nelle grazie di quel principe vescovo Pier Virgilio Thun, gli fa credere d’essersi convertito e ne ottiene commendatizie per Roma. Qui, non trovando clienti come medico, tenta con una riunione, tenuta a Villa Malta nel settembre del 1789, di fondare una loggia di rito egiziano.
La sera del 27 dicembre è arrestato e chiuso in Castel Sant’Angelo. Lorenza, ansiosa di liberarsi del peccato, si fa delatrice del marito, che è condannato alla pena di morte.
Avendo il Papa, il 7 aprile 1790, commutato la pena in carcere perpetuo, pochi giorni dopo fu condotto nella fortezza di San Leo, ove, dopo alternative di vaneggiamenti massonici e di digiuni e penitenze, il 26 agosto 1795, rifiutati i sacramenti, morì.
Questo impostore di genio occupò di sé la pubblica opinione; rese attonite le moltitudini con le cure miracolose — gratuite per i poveri —, con la pietra filosofale, con l’elisir di lunga vita, con l’opulenza, con la liberalità, con le predizioni, con le avventure.
Molte leggende si crearono sulla sua vita e, più ancora, sulla sua morte: per esempio, che egli avesse ucciso il prete suo confessore, andato a trovarlo in prigione, e indossati i panni di lui fosse fuggito, divenendo poi immortale.