Beethoven e Mozart: invito alla riflessioneFantasia Corale Schmeichelnd hold in do minore, op. 80 e la Messa di Requiem K626 le pagine scelte dalla Sovrintendente dellâOpera Nazionale dâAlbania Abigeila Voshtina e dal suo direttore artistico Jacopo Sipari di Pescasseroli per lâinaugurazione della nuova stagione dellâopera di Tirana per offrire al pubblico quel segno forte di pace che solo il segno universale della musica può trasmettere
Due titoli insoliti, due giganti a confronto, lâimmediatezza della scrittura mozartiana e lâarte della costruzione beethoveniana, per lâappuntamento inaugurale della nuova stagione dei Teatri Kombetar i Operas, Baletit dhe Ansamblit Popullor di Tirana, che aprirĂ le sue porte al pubblico in questo week-end, il 14 e il 15 settembre, alle ore 20.
Il programma stabilito da dalla Sovrintendente dellâOpera Nazionale dâAlbania Abigeila Voshtina e dal suo direttore artistico Jacopo Sipari di Pescasseroli sono, appunto, la Fantasia Corale Schmeichelnd hold in do minore, op. 80 di Ludwig van Beethoven tesa a magnificare la vita come cosa bella, unione armoniosa di nobiltĂ e gioia sotto lâincanto dellâArte che avrĂ quali solisti Dorina Selimaj, Ivana Hoxha, Matias Xheli, Artur Vera e Bledar Domi e al pianoforte Ivo Gjika e la Messa di Requiem in Re minore K 626 di Wolfgang Amadeus Mozart, opera circondata da unâaura di mistero, di tragedia, di complotto, di destino, che lâha proiettata subito e per sempre nella dimensione del mito, cantata da Eva Golemi, Matias Xheli, Vikena Kamenica e Bledar Domi, con doppio cast per la giornata del 15 ove il soprano sarĂ Renisa Laçka e il mezzosoprano Ivana Hoxha, naturalmente con lâorchestra e il coro del teatro, preparato da Ditran Lumshi, diretti da Jacopo Sipari di Pescasseroli.

âEâ insolita la scelta della Messa da Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart  per inaugurare una stagione musicale â ha dichiarato Abigeila Voshtina – ma questi tempi la impongono. Il mondo sta vivendo oramai da due anni guerre cruente, alle quali da quellâagosto del 1945 sappiamo che esiste una soluzione finale e non avrebbero ragion dâessere. La musica è salvifica, lo è stata sempre, anche nei campi di concentramento nazisti. Il Requiem è la testimonianza forse piĂš alta del genio mozartiano, estremamente difficile per orchestra e coro. I direttori artistici in genere preferiscono allestire un programma per lâappuntamento inaugurale piĂš leggero, piĂš lieto, ma credo che i due titoli scelti, di forte impatto, abbiano il compito di rivelare lâessenza dellâintero cartellone dellâOpera.Riguardo la Fantasia Corale di Ludwig van Beethoven è sicuramente una prima assoluta per il nostro paese, cosĂŹ come la Messa di Requiem non viene eseguita da trentâanni in questo teatro. La scelta è ricaduta anche su queste due gemme della letteratura musicale anche perchĂŠ intere generazioni non li hanno mai ascoltati almeno nel loro teatro. Questi due monumenti musicali saranno entrambi affidati alla bacchetta del nostro direttore artistico Jacopo Sipari di Pescasseroli, che fa ormai parte della nostra famiglia, ha un suo seguito, poichĂŠ ha la particolare capacitĂ di restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale cominciano ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che portano tutti a âfare parte della scenaâ, al fianco dei musicisti e di quanti âabitanoâ il teatroâ.

âAbbiamo scelto la Messa di Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart â ha continuato il M° Jacopo Sipari di Pescasseroli – poichĂŠ nulla piĂš di essa rispecchia noi uomini della fine. Il Requiem è lâultima pietra dellâimmenso edificio dellâopera mozartiana, elevato, maturo, compiuto nella sua incompiutezza, sorretto dalla sicurezza di esperienze direttamente vissute. Pur rispettando tutte le esigenze liturgiche, esso trascende ogni limitazione dogmatica per esprimersi quale personale atto di fede alla soglia della morte. Mozart attua qui la fiducia nel credo massonico, comunicandoci la fiducia della redenzione, attraverso lâamore inestinguibile per un mondo migliore. Lâesegesi puritana di sfrondare i sedimenti estranei e riportare in vita soltanto il verbo mozartiano, si rivela presto trovata di stampo sofistico, sensibile alla suggestione evocativa, dal momento che giĂ dal Kyrie, lâoriginale nudo e crudo è incompiuto e ineseguibile.Il requiem, trattato sulla morte concepito in articulo mortis dal piĂš psicologico e sensibile dei compositori, ci giunge oggi come un blocco unitario e indivisibile, arcaico e insieme, fuori dal tempo. Arcaico nella gran copia di contrappunto, nei raddoppi dellâorchestra alla maniera antica, assenza di vere e proprie arie, forse per togliere ogni sorta di commentario flemmatico alla crudezza del Giorno dellâIra. Mozart guarda indietro, certo ad Handel, a Johann Michael Haydn, ma guarda avanti, dentro di sĂŠ e dentro la propria morte. Eâ asciutto, tagliente, sintetico, primitivo, come un frammento di Saffo e ci si accorge che lo stesso Requiem, di fatto, non è che un frammento.Abbiamo affiancato al Requiem la Fantasia Corale Schmeichelnd hold in do minore, op. 80 di Ludwig van Beethoven che ha proprio nel titolo quella âlusinga amichevoleâ. Un vero e proprio inno al potere della Musica, attraverso una delle piĂš belle melodie che si possano ascoltare. Nella sua apparente semplicitĂ , il motivo che si sviluppa, con variazioni, nella composizione, che richiama da vicino l’Inno alla gioia della nona sinfonia, e non credo sia questo casuale, trasmette una sensazione di bellezza suprema, che è ciò che questa sublime arte che chiamiamo Musica esprimeâ.