Gli appuntamenti del mercoledì al Lounge Bar Frida, in via Mercanti (a lato della Pinacoteca provinciale), continuano con l’artista Ernesto Terlizzi, che terrà una conversazione con Gabriella Taddeo mercoledì 23 aprile alle ore 19.
Vi alleghiamo il testo critico della stessa curatrice, che farà da spunto al dialogo:
Ernesto Terlizzi
«È stato definito una sorta di “Omero a cavallo dei due secoli” per aver saputo cantare il suo tempo, sia nelle scelte formali sia nelle tematiche umane e sociali che sottendono i suoi segni. Ripercorrendo il suo itinerario, possiamo dire essenziale, nella formazione del giovane Terlizzi, lo scambio con i maestri partenopei come Di Ruggiero, Pisani, De Stefano e Spinosa, che lo avvicinano all’arte post-informale.
Ma è negli anni Settanta, in Lucania, che abbandona tale ricerca e l’arte, per lui, diventa denuncia sociale attraverso gli antropomorfismi (mani, bulbi, ovuli e involucri umani), in cui “natura e uomo” sono un tutt’uno per una ricerca organica del segno grafico. Gradualmente, gli anni ’80 rappresentano il passaggio dal bianco e nero a una pratica informale, a una densità cromatica fatta di diversi impasti: acrilici, gessi, carte vetrate e veline, catrami e pastelli, con opere come Pulsioni (1988), Notturno (1988).
Negli anni Novanta Terlizzi si dirige verso un uso minimalista dei materiali: sacchi, bende e garze, gessi e tessuti su cui l’artista fa colare segni sottili e densi, come libera introspezione dell’inconscio. Nascono le grandi tele di juta esposte a Macerata e la serie dei bianchi gessati dalla luminosità trasparente, esposti a Salerno (Galleria Paola Verrengia, 1995). Successivamente, la ricerca polimaterica si arricchisce con il legno e la pietra. Nascono opere come Corteccia (2001), La porta del tempo (2001), Buio e luce (2005), Delle ali irruppero (2005), esposte nella monografica presso il FRAC di Baronissi (2006).
Da questo momento il lavoro di Ernesto Terlizzi comincia a toccare costantemente la tematica dell’immigrazione clandestina lungo le acque del Mediterraneo, che diviene sempre più presente nelle opere esposte nel 2014 a Milano e, recentemente, alla Tekla di Sarno.»
Una ricerca davvero personale, quella di Terlizzi, che «cerca di condividere oggi la violenza e le tragedie umane in un continuo, sofferto e malinconico dialogo» osserva, nella biografia della sua galleria virtuale, Sandro Bongiani.
Di seguito la brochure di Ernesto Terlizzi: ernesto terlizzi