Negli anni ‘60, con la scoperta della pillola anticoncezionale, il preservativo venne largamente soppiantato perché considerato molto meno sicuro, provocando gravidanze indesiderate. Se passano gli spermatozoi, possono passare anche i virus, 400-500 volte più piccoli dei micro fori del preservativo. Anche usando il preservativo il 100% delle volte, non si elimina il rischio di poter trasmettere malattia di tipo sessuale (US Food and Drug Administration) e neanche quello di acquisire virus.
Da uno studio del 1989 si è valutata un’insicurezza nei confronti di un ipotetico virus di 0,1 micron di diametro intorno al 31%, nonostante i preservativi superino il test di permeabilità (European Study Group, 1989). In un altro esperimento sono stati esaminati dei preservativi nuovi di diverse marche riempiti con delle microsfere fluorescenti di polistirene del diametro di 0,1 micron (nella scala dimensionale dei virus) e sottoposti a stiramenti e pressioni simili a quelle del coito: la perdita di sferule risultò essere di circa 1 miliardesimo di litro al secondo. In due minuti passano qualcosa come 12.000 sferule, in mezz’ora ne passano 180.000 (Carey et al., 1992)-
Una ulteriore relazione scientifica (Medical Institute for Sexual Health, 2003) conferma che i preservativi, anche quando vengono utilizzati il 100% delle volte, non riescono a ridurre ad un livello accettabile i rischi di trasmissione di alcune delle più comuni malattie a trasmissione sessuale. La relazione ha preso in esame i risultati di ricerche e presentazioni professionali significative riguardanti la capacità dei preservativi di ridurre il rischio delle malattie a trasmissione sessuale.
Non esistono prove di alcuna riduzione del rischio di trasmissione sessuale dell’HPV anche utilizzando il preservativo: la trasmissione della sifilide viene ridotta solo del 29-50% e permane un rischio relativo di infezione del 50-71%, la trasmissione di clamidia e gonorrea viene ridotta solo del 50% circa (Brody, 1995). La situazione attuale di sicurezza dei preservativi non è cambiata.
Ricordiamo, inoltre che secondo l’igienismo non esiste il contagio perché un sistema immunitario efficiente è in grado di respingere qualsiasi patogeno e le malattie dipendono da alimentazione e stili di vita sbagliati.
I preservativi più antichi erano ricavati dall’intestino di agnello, mentre gli attuali sono composti di lattice, poliuretano, resina, polyisoprene. Quelli sintetici non solo non sono sicuri, ma la maggior parte di quelli testati sono anche cancerogeni: ricercatori del Chemical and Veterinary Investigation Institute di Stoccarda (Germania) nel 2004 hanno constatato il rilascio di n-nitrosamine, composti presenti nelle plastiche dalle proprietà cancerogene, da parte di 29 su 32 condom di varie marche, quando entrano in contatto con liquidi corporei: mantenendo i condom in una soluzione di sudore artificiale, abbiamo osservato grandi quantità di composto fuoriuscire. Attualmente non esistono delle soglie limite per la produzione dei preservativi ed è necessaria una maggior attenzione da parte dei produttori nel controllo sicurezza.
Il Reproductive Health Technologies Project (RHTP) e Center for Environmental Health (CEH) ha testato 24 diversi tipi di preservativi ed ha trovato che in 16 è contenuto almeno un tipo di agente chimico cancerogeno[2]. Un’altra sostanza riscontrata frequentemente nei preservativi è il MBT (2-mercaptobenzotiazolo), presente anche nei ciucci e nei giochi per bambini. L’esposizione all’MBT è risultata particolarmente connessa alla comparsa di tumori alla vescica, all’intestino e alcuni tipi di cancro del sangue (IARC, 2016).
Il problema maggiore dei preservativi, oltre a impedire il completo godimento del pene e della vagina stessa e attenuare l’orgasmo degli amanti, è quello dell’innaturalità del prodotto maggiormente utilizzato per la loro preparazione, il lattice. Il termine lattice si riferisce alla proteina nella linfa dell’albero della gomma brasiliana (Hevea brasiliensis). Si riferisce anche a “prodotti in gomma naturale” ricavati da quella linfa. Il lattice si trova in molti prodotti di uso quotidiano: palloncini, elastici, preservativi, diaframmi, guanti per la casa in gomma, palline di gomma, bende.
L’uso di prodotti in lattice di gomma naturale (NRL) può causare reazioni allergiche IgE-mediate nelle persone esposte (von der Gathen et al., 2017). Alcune persone hanno reazioni allergiche respirando le fibre di lattice nell’aria o da contatto cutaneo con il lattice. Esso produce facilmente nelle donne per sfregamento della parete vaginale, micro lesioni che producono irritazione ed alle volte anche dolore, oltre che infiammazioni nei casi di maggior frequenza di rapporti sessuali con preservativi di lattice.
Anche se è possibile essere allergici a qualsiasi tipo di preservativo, il lattice è il colpevole più comune. Tra l’1 e il 6% degli americani sono allergici o sensibili al lattice.
Le persone possono essere sensibilizzate e sviluppare reazioni allergiche a certe proteine in lattice di gomma naturale, come quelle utilizzate nei guanti e in altri prodotti. I sintomi includono arrossamento della pelle, orticaria e prurito; sintomi respiratori più gravi come naso che cola, starnuti, prurito agli occhi, gola irritata e asma e, in rari casi, shock. Sono a rischio lavoratori nel settore sanitario (medici, infermieri, dentisti, tecnici, ecc.), parrucchieri, addetti alle pulizie, addetti al servizio di ristorazione che usano guanti in lattice naturale frequentemente e impiegati in industrie che fabbricano tali prodotti.
Almeno 7,7 milioni di persone sono impiegate nel crescente settore sanitario. Sebbene non vi siano statistiche generali sulla prevalenza dell’allergia al lattice in tale forza lavoro, gli studi indicano che l’8-12% degli operatori sanitari regolarmente esposti sono sensibilizzati, rispetto all’1-6% della popolazione generale.
Tra i gruppi di lavoratori sensibilizzati, la proporzione di quelli con sintomi di allergia al lattice varia; uno studio sugli operatori ospedalieri esposti ha rilevato che circa la metà di coloro che si sono sensibilizzati hanno sviluppato l’asma del lattice.
L’allergia al lattice può interrompere le carriere che rappresentano anni di allenamento e duro lavoro. Può portare a problemi di salute potenzialmente gravi e costringere la persona colpita ad adottare sostanziali cambiamenti nello stile di vita per evitare prodotti di uso quotidiano contenenti lattice, dai preservativi ai palloncini e ai giocattoli per bambini (CDC, 2011). Questo succede anche con i preservativi vegani, privi di caseina per una scelta etica, che sono fatti sempre con il lattice.
Per quanto riguarda i preservativi in poliuretano, come alternativa al lattice, molto utilizzati nella fabbricazione dei femdom (preservativi femminili), le ricerche hanno rivelato che gli isocianati contenuti nei materiali in poliuretano sono composti potenzialmente dannosi per i polmoni; a lungo andare l’esposizione a queste sostanze può causare irritazioni respiratorie e asma. Inoltre sono stati segnalati numerosi casi di allergie[4] e può svilupparsi dal contatto professionale con i prodotti poliuretanici (PU) dermatite da contatto (Estlander et al. 1992; Kieć-Świerczyńska et al., 2014).
È da segnalare che molte ditte pubblicizzano questi prodotti come anallergici e alternativi al lattice[5]. I preservativi di resina sono ancora più pericolosi perché spesso le resine contengono diverse sostanze classificate tossiche per l’uomo e/o molto dannose per gli organismi acquatici come lo stirene, l’alcool benzilico, la trimetilcicloesilamina e molti altri componenti. Le resine poliestere contengono solitamente lo stirene, che è un monomero idrocarburo aromatico riconosciuto cancerogeno dal XII rapporto sui cancerogeni (ROC) pubblicato il 10 giugno 2011 dal Dipartimento Statunitense di salute.
Uno studio dell’Iarc ha dimostrato che persone che al lavoro erano esposte allo stirene avevano un rischio doppio di ammalarsi di leucemia mieloide acuta, e una probabilità cinque volte maggiore di sviluppare alcuni tipi di tumore, soprattutto quelli che colpiscono il naso. Sono stati analizzati i dati di oltre 70.000 lavoratori danesi, impiegati da industrie di materie plastiche tra il 1968 e il 2011. Questa sostanza provoca danni agli organi in caso di esposizione prolungata o ripetuta, è un liquido o un vapore infiammabili, provoca grave irritazione agli occhi, è nociva se inalata, sospettata di danneggiare il nascituro, provoca irritazione cutanea.
Anche il Polyisoprene è consigliato da varie ditte come alternativa al lattice, ma anch’esso può causare reazioni allergiche (ECHA).
Dopo 70 anni di preminenza, i preservativi in lattice iniziano a essere sostituiti da quelli realizzati con resina sintetica AT-10, inventati nel 1993 da Natural Sensation, sui quali non ci risultano però studi scientifici ufficiali.
I preservativi fatti di budello, oltre ad essere inaccettabili dal punto di vista etico, non garantiscono nessuna protezione da gravidanze indesiderate o da virus per i motivi che abbiamo esposto sopra in relazione alla presenza di micropori.
I lubrificanti a base oleose (come ad esempio la Vaselina, petroleum jelly, petrolatum) utilizzati sui preservativi in lattice determinano il deterioramento del lattice mettendo a rischio l’integrità del condom. Con la resina sintetica AT-10 non va applicato alcun tipo di lubrificante sul pene.
Gli studi del professor Stuart Brody smontano il mito del preservativo dal punto di vista psicologico. Secondo un suo studio (Costa & Brody, 2008) il sesso senza preservativo fa bene alla salute mentale e fisica, mentre l’uso dello stesso potrebbe causare delle problematiche ormonali. Brody ritiene che il genere umano è biologicamente programmato per godere del sesso non protetto perché dà alle coppie un vantaggio evolutivo e massimizza le possibilità di riprodursi. Ha constatato che gli intervistati che hanno rapporti sessuali senza preservativo, godono di una migliore salute mentale. Inoltre lo scambio di fluidi corporei funge da potente antidepressivo.
Ultimamente va molto di moda la semeterapia e il creampie vaginale e anale (venuta interna). L’uso rituale, religioso, terapeutico e cosmetico dello sperma è antico quanto l’uomo.
Numerosi studi scientifici testimoniano gli effetti positivi della semeterapia e le proprietà dello sperma:
- effetti antidepressivi (Gallup et al., 2002);
- riduzione significativa del rischio di cancro della mammella (Gjorgov, 1978);
- la semeterapia riduce significativamente il rischio di tumore al seno (Lê et al., 1989);
· alcuni famosi prodotti contro la caduta dei capelli contengono spermidina indicando tra gli ingredienti il solo nome scientifico per non urtare la sensibilità degli acquirenti. In particolare è efficace contro l’alopecia androgenetica diradante femminile e in generale contro la caduta dei capelli nelle donne grazie anche all’azione della spermidina (Ramot et al., 2011) e nel telogen effluvium cronico e protratto (eccessiva caduta dei capelli perdurante nel tempo oltre i tre mesi che interessa quasi esclusivamente il sesso femminile);
· facilita il concepimento nelle coppie con problemi di fertilità;
· rende più sicura la gravidanza e riduce significativamente l’incidenza di preeclampsia (Dekker G., 2002);
· le altruine contenute nello sperma proteggono la donna dalle infezioni batteriche (studio condotto negli anni 1999-2002 dal Prof. Robert I Lehrer della David Geffen School of Medicine at University of California–Los Angeles (Geffen);
· la lattoferrina contenuta nello sperma migliora il funzionamento del sistema immunitario, aumentando le naturali difese dell’organismo contro le infezioni (Bourgeon et al., 2004)
· la spermidina riattiva il sistema immunitario (Yang et al., 2016)
· contrasta l’invecchiamento cellulare e svolge un’importante azione anti-aging, grazie anche alla presenza di spermidina (Minois, 2014)
· può aumentare la durata della vita (Jensen et al., 2009)
L’attività sessuale influisce fortemente sull’equilibrio ormonale ed emotivo, comporta la liberazione di endorfine (una sorta di droga naturale) e di serotonina (il mediatore chimico del benessere) e prevede anche il trasferimento di sostanze da una persona all’altra, che il corpo femminile non produce e che riceve dal maschio con i rapporti sessuali.
Se la donazione dello sperma alla partner non avviene, perchè vengono usati metodi contraccettivi di barriera, il rapporto sessuale risulta frustrante e l’unione tra i partners può incrinarsi. Nelle coppie in cui vi è passaggio dello sperma si costituisce un fortissimo legame di complicità ed intimità.
Per evitare nello stesso tempo gravidanze indesiderate, problemi ormonali dovuti all’uso della pillola e cerotti, aumento del rischio di cancro a causa di diaframmi e preservativi, esistono diversi metodi naturali di regolazione della fertilità sperimentati e provati scientificamente. Essi consentono di individuare all’interno del ciclo femminile il periodo fertile ed i tempi sterili, attraverso l’osservazione quotidiana di alcuni segni e sintomi naturali di fertilità strettamente dipendenti dall’andamento ormonale. Se correttamente appresi ed applicati, la loro efficacia è del 98-99%.
A questo punto verrebbe da dire che tutto quello che ci hanno fatto credere fino ad oggi si basa su false paure. I preservativi non solo sono inutili, ma sono spesso pericolosi, mentre fare sesso senza preservativo con scambio di fluidi corporei fa bene alla salute fisica e mentale.