L’Italia, terra di arte e cultura, è stata per decenni una fucina di idee, attori e grandi registi che hanno segnato la storia del cinema mondiale. Tra il dopoguerra e gli anni ’70, il cinema italiano ha vissuto un periodo di straordinaria creatività e innovazione, conquistando riconoscimenti internazionali e lasciando un’impronta indelebile nella storia delle immagini in movimento.
Questo articolo si propone di approfondire un macro-periodo glorioso del cinema italiano, partendo dal Neorealismo per poi arrivare ai magnifici anni ’60 dei nostri cineasti. Intendiamo portare i nostri lettori all’interno di quel mondo cinematografico che ha fatto innamorare intere generazioni e che ancora oggi è fonte di ispirazione e di forti emozioni per il nuovo pubblico e per i nuovi cineasti.
Il Neorealismo: la rinascita del cinema italiano
Con la fine della seconda guerra mondiale l’Italia era un cumulo di macerie materiali ed ideologiche. Dopo la stagione del Cinema dei telefoni bianchi, attivo dagli anni 30 fino alla caduta del fascismo, che portava sullo schermo commedie sentimentali (di cui possiamo ricordare Gli uomini, che mascalzoni… di Mario Camerini) in totale contrasto con la politica dominante e il cinema propagandistico ad esso legato, il cinema italiano fa un passo avanti nella sua storia con il Neorealismo.
Questo movimento nasce proprio come risposta alle difficoltà economiche e sociali che l’Italia scontrò nel secondo dopoguerra. Caratteristica principale del neorealismo è la rappresentazione autentica e cruda della vita quotidiana: non vi era più il tempo di ridere con le commedie sentimentali che non rispecchiavano la vita vera, ma c’era bisogno di ricominciare a parlare della realtà . I temi del Neorealismo sono riscontrabili soprattutto in un senso patriottico legato all’antifascismo e con la centralità di personaggi comuni, che coincise con la scelta di utilizzare attori non professionisti (oltre che a girare le scene in ambientazioni reali). Le strade e le campagne devastate , persone umili e disagiate che hanno perso tutto per colpa della guerra hanno ispirato i registi che si muovono all’interno di questa corrente cinematografica.
Se si iniziò a parlare di Neorealismo con Ossessione (1943) di Luchino Visconti, il vero e proprio inizio del movimento si ebbe con Roma città aperta (1945), film realizzato da Roberto Rossellini che racconta la resistenza romana contro l’occupazione nazista. Altro autore centrale è stato sicuramente Vittorio De Sica, che con Ladri di biciclette (1948) ha rappresentato con realismo (utilizzando, come accennato inizialmente, un gran numero di attori non professionisti come Lamberto Maggiorani) la lotta di un uomo per sopravvivere nella difficile realtà del dopoguerra. Infine, sempre parlando di Luchino visconti non si può non citare La terra trema (1948), pellicola che mostra le dure condizioni di vita dei pescatori siciliani.
Questi film, come molti altri, ad esempio Riso Amaro (1949) di Giuseppe De Santis, hanno ottenuto riconoscimenti internazionali e hanno posto le basi per il successo del cinema italiano, portando sullo schermo le condizioni di vita del popolo nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale.
Gli anni ’60: il periodo d’oro del cinema italiano
Terminati gli anni 50 il cinema italiano si distacca dalla corrente neorealista per iniziare ad affrontare argomenti esistenziali, filmati con stili differenti a seconda del regista. Siamo all’inizio del cosiddetto cinema d’autore italiano, negli anni ’60, periodo in cui il movimento cinematografico italiano ha conosciuto una vera e propria età dell’oro. I produttori americani facevano a gara per ospitare e per finanziare attori e registi italiani e tutto questo grazie all’opera di registi come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Pier Paolo Pasolini e tanti altri.
Su tutti, il più noto al pubblico è sicuramente Federico Fellini, regista riminese (a cui è stato dedicato in tempi recenti il Museo Fellini di Rimini) che ha saputo catturare l’immaginario collettivo con pellicole nelle quali il mondo reale si incontra col mondo del sogno. Egli è stato autore di film come La dolce Vita (1960), che esplora la vita fatta di passioni e sregolatezze di Roma negli anni 50, con il grande Marcello Mastroianni come protagonista, e 8 ½ (1963), dove il nuovo progetto di un regista gli si sta sgretolando tra le mani, così come la sua vita
La Dolce Vita è riconosciuta come una delle opere più rappresentative del cinema italiano e mondiale, capace di aver attirato lo sguardo della censura italiana e di aver creato un intero immaginario intorno ad essa. Il celebre bacio tra Marcello Mastroianni e Anita Ekberg immersi nella Fontana di Trevi rappresenta quel mondo, quell’Italia sognante e affascinante che voleva lasciarsi alle spalle le sciagure della guerra, che il Maestro ha saputo immortalare sul grande schermo con una magia inarrivabile.
Il genio di Fellini è stato riconosciuto da numerose academy, internazionali e italiane, tra cui la nomination a 5 David di Donatello e la candidatura a 12 premi Oscar. Di questi, quattro candidature al miglior regista, per La Strada, Le Notti di Cabiria, 8 ½ e Amarcord, sette candidature alla miglior sceneggiatura originale e una candidatura alla miglior sceneggiatura non originale. Inoltre, ha ricevuto un Oscar onorario alla carriera nel 1993.
Tra gli attori più rappresentativi di questa epoca d’oro del cinema italiano non possiamo non parlare, come già anticipato, di Marcello Mastroianni. Nato a Fontana Liri, iniziò la sua carriera teatrale sotto la guida di Luchino Visconti. Con il tempo è riuscito a diventare l’attore italiano più celebre di tutti i tempi, con le sue interpretazioni considerate innovative per la naturalezza e la spontaneità con cui si muoveva di fronte alla telecamera. Federico Fellini lo scelse per La Dolce Vita proprio per il suo volto anonimo, una normalità e semplicità che hanno saputo incantare il mondo. Oltre a Mastroianni, altri grandi attori italiani come Sophia Loren, Vittorio Gassman, Alberto Sordi e Monica Vitti sono diventati delle vere e proprie icone internazionali, contribuendo a portare il cinema italiano sulla scena mondiale.
Immergiti nel mito del cinema italiano
Concludiamo questo viaggio nel grande cinema italiano con un invito speciale: prendetevi del tempo per esplorare ed immergervi in queste opere straordinarie, capaci di emozionare e ispirare generazioni di spettatori e registi. Vi lasciamo con una celebre frase di Fellini: “Il visionario è l’unico realista.” Per una lettura consigliata, scoprite “Io, Federico Fellini” di Charlotte Chandler.
Buona visione e buona lettura!