A cavallo di tutta una serie di presentazioni che vanno dal “Salone internazionale del libro di Torino” a “Napoli città libro” ecc., ho intervistato l’avvocato ed autore Alessandro Campagnolo dopo aver letto voracemente in un tempo record di cinque giorni il suo primo romanzo, “Un ragazzo a New York”, edito nel 2023 da Giuseppe De Nicola Editore.
A continuazione della mia recensione sul romanzo, pubblicata su Facebook, di seguito ho realizzato appunto un’intervista per comprendere maggiormente l’autore e la sua opera d’esordio:
D- Come definiresti il tuo romanzo usando tre aggettivi? E come invece descriveresti il tuo personaggio?
“Avvincente, introspettivo, illuminante, invece Giorgio Sanfelice lo descriverei come inesperto, audace e mutevole. In effetti, si tratta di un romanzo di formazione il cui protagonista prende certe consapevolezze che non ha nel momento in cui mette piede nella Grande Mela.”
D- Quanto c’è di te nel protagonista del tuo romanzo? Si potrebbe definire Giorgio come il tuo alter ego?
“Sì, potrebbe essere un alter ego ma la maggior parte delle situazioni raccontate sono create ad arte da me. Ho investito in borsa molti anni fa ma cifre minime, nulla a che vedere con lo sviluppo delle vicende del personaggio. Verso i miei trent’anni ho fatto piccoli investimenti e non alte cifre come invece Giorgio, anche se l’età è più o meno la stessa sua dell’epoca dei miei scambi azionari.”
D- Com’è nata la tua passione per la lettura e in che momento quella per la scrittura?
“Alle elementari, scrivendo il tema d’italiano e poi leggendo le poesie dei romantici ed i libri d’avventura.”
D- Quali scrittori ti hanno piĂą influenzato?
“Saviano e Tiziano Terziani, il primo perché raccontava fatti, il secondo invece perché diceva la verità .”
D- Perché hai scelto New York come location per narrare le avventure del tuo “eroe”?
“Nel mese di maggio 2022 l’ho visitata, anche se non era tra le mie mete prioritarie mentre ora vorrei addirittura ritornarci per sentire quelle stesse sensazioni oppure per smentirle ma non credo che cambierebbero molto.”
D- Che differenze volevi mettere in luce tra la vita di New York e quella vissuta a Napoli dal protagonista? E credi di essere riuscito a rappresentare nelle caratteristiche di Giorgio l’idea che hai dell’identità partenopea?
“La solidarietĂ che manca o è claudicante e la vita dissoluta di New York, nella mia costruzione narrativa, si è attagliata bene al personaggio. Poi c’è anche l’aspetto architettonico laddove la Grande Mela è in continua trasformazione con la costruzione di grattacieli sempre nuovi e in punti sempre piĂą improbabili mentre a Napoli il panorama di Posillipo resta pressochĂ© immutato. L’architettura delle due cittĂ , peraltro e in qualche modo, si riflette sul personaggio e sul suo stato emotivo. Secondo me Napoli va vista di persona, un po’ come tutti i luoghi, solo che, piĂą di altre, è una cittĂ che va vissuta proprio addentro per capirla a fondo. La rivincita e il non abbattersi mai, penso siano le caratteristiche principali dei napoletani unite ad un’infinita ironia.”
D- Quanto è importante per te la seduzione? E come descriveresti il rapporto del protagonista con l’atto di sedurre?
“La seduzione è un modo di porsi in gioco più che raggiungere uno scopo in sé, un modo di essere più che di ottenere, perché si seduce più per se stessi che per gli altri, cioè per affermare un lato della personalità dell’individuo come tale. Giorgio è molto incline alla seduzione ma in realtà cade vittima della sua stessa presunta arte di ammaliatore, finendo per essere sedotto da più d’una fascinazione (denaro, sesso ecc.). Il suo rapporto con le donne è controverso ma sempre rispettoso. Di volta in volta, nel gioco delle parti assume un ruolo diverso, non sempre per suo volere ma spesso per i sentimenti che provano (o no) le sue partners per lui.”
D- Credi che sia un romanzo adatto a qualsiasi tipo di lettore o intravedi un target di lettori principale?
“Ritengo che sia un romanzo adatto a tutti ma diciamo dai 14 anni in su.”
D- Realtà versus Fantasia: quali proporzioni hai rispettato, nel tuo caso, per la “miscela perfetta”?
“Un po’ di realtà nella misura del 10% ed il resto fantasia, anche perché non è tanto importante questo quanto piuttosto il senso che si vuole dare al contenuto.”
D- Ci sarà mai una continuazione, una sorta di “follow up”?
“SĂ, è giĂ in programma nel senso che ho giĂ scritto due interi episodi distinti della vita del personaggio che devo limare o finire e ne avrei giĂ in mente un terzo. Comunque spero di essere ripubblicato entro la fine di quest’anno.”
D- Intravedi una versione filmica del tuo romanzo o l’ispirazione di partenza per una serie televisiva?
“SĂ, assolutamente, potrebbe essere un film o una serie che nella sua totalitĂ potrebbe strizzare l’occhio al mio personaggio e alle vicende narrate nel romanzo o ad un’ampliamento degli stessi temi ed eventi narrati.”
D- Cosa credi di aver appreso tu come persona dal “Viaggio dell’eroe” del tuo personaggio? E come scrittore dal processo di creazione della narrazione?
“Che bisogna rispettare la parte intima di sé ma che, prima di farlo, si deve capire quale sia (Giorgio crede di elevarsi economicamente e socialmente andando nella Grande Mela ed investendo in Borsa…).
Per quanto al processo narrativo, invece, si deve avere un’idea di fondo ma questa può essere plasmata per dare più corpo al testo e al senso del racconto. In origine, il mio personaggio, nella primissima stesura, alla fine si suicidava perché avevo letto il racconto reale di un napoletano che finisce sul lastrico finendo a vivere per strada e mi aveva colpito molto il fatto che prima era tanto ricco quanto spendaccione. Ad ogni modo, il lavoro di codificazione e critica letteraria non compete allo scrittore bensì appunto agli esperti e alla carta stampata.”
(Intervista a cura del dott. Domenico Natella – film maker, sceneggiatore e docente in Lingue e Letterature straniere).