Siamo nel pieno della bella stagione e d’estate, ca va sans dire, ognuno si alleggerisce nell’abbigliamento e nell’alimentazione che diventa naturalmente piĂą ricca di fibre acqua e sali minerali. Anche se l’organizzazione sul nostro territorio d’innumerevoli sagre e manifestazioni gastronomico culturali non vanno proprio d’accordo con la prova costume. Abbiamo magari anche piĂą tempo di prenderci tempo attraverso il fare ciò che piĂą ci piace tra sport, vacanze e hobby vari. Ed è anche il tempo delle feste patronali.
Attraverso un social molto popolare, ad esempio, sono riuscita a comprendere nel profondo, non avendoli mai visti da vicino, perchĂ© la festa popolar cattolica dè I GIGLI di Nola, dedicata a S. Paolino, è stata ascritta nel patrimonio culturale immateriale UNESCO. In questo momento siamo nel pieno dei festeggiamenti della Madonna della Speranza, patrona di Battipaglia, comune capofila della Piana del Sele, che da decenni attrae e accomuna, in una tre giorni di attivitĂ tra il sacro e il profano, migliaia di persone afferenti anche dai paesi picentini e cilentani. Parole chiave: il panno (disteso ai balconi dei Battipagliesi raffigurante la Madonna della Speranza), la cupeta: il torrone (da qui l’aggettivo cupetaro) e le immancabili polemiche (su ciò che doveva essere fatto e non è stato fatto, su ciò che doveva essere e non è stato).
Ma questo 2024 è anche l’anno dei riti settennali di Guardia Sanframondi. A poco meno di un centinaio di km da Salerno, nella provincia beneventana fragrante di aglianico, ogni sette anni va in scena una delle ricorrenze religiose forse tra le piĂą arcaiche, sentite, misteriose di cui mai si sia sentito parlare. Chi vi scrive con le processioni religiose ha poca dimestichezza; tuttavia l’arcaicitĂ , il profondo sentimento di questa rappresentazione smuove la viva curiositĂ . E così, in occasione della presentazione di un libro dedicato ad essi dedicato, si è aperta una porta interessante sul mondo dei riti di Guardia Sanframondi.
In onore dell’Assunta, a partire dal primo lunedì successivo al 15 agosto e fino alla seguente domenica, il paese beneventano è impegnato nei riti di penitenza. La scorsa manifestazione è avvenuta nel 2017. Quest’anno si riapre il teatro popolare religioso che richiama la partecipazione di tutti i cittadini che, attraverso un corteo diviso in quattro rioni, rappresentano i misteri, ovvero scene tratte dall’antico e nuovo testamento. Fin qui potrebbe sembrare una normale processione cristiana legata a una santità .
Tuttavia, I RITI SETTENNALI DI GUARDIA, richiamano studiosi da ogni parte del mondo per la singolarità della rappresentazione che avviene attraverso i quadri ovvero la figurazione di una scena biblica esattamente come ci viene rappresentata in un quadro. E quindi può capitare di vedere figuranti che sfilano camminando all’indietro, di schiena, oppure muovendosi trasversalmente per fissare l’immagine dell’avvenimento.
Antropologi, psicologi e sociologi hanno scritto dei Riti, scavando nel profondo simbolismo di questa manifestazione anche attraverso il sangue dei suggestivi battenti che si percuotono il petto con spugne acuminate. Le origini storiche risalgono forse ad antichi riti pagani precristiani; o al 1200, forse al 1600 a causa di una grave carestia che vide il popolo affidarsi all’Assunta.
Tuttavia, questa festa tra il sacro e il profano attrae una popolazione di devoti e curiosi anche oltreoceano, che aumenta a dismisura. La Repubblica del 27 agosto del 2017 titolava Guardia Sanframondi, in 90.000 per la processione dei riti settennali. Il piccolo comune beneventano conta una popolazione di poco più 5.000 abitanti. Australiani, canadesi, scozzesi, americani vi si sono trasferiti attirati dalla bellezza dei luoghi, ma la suggestione di quest’evento anche mediatico, che a tratti rasenta l’isteria collettiva, rimane un mistero nel mistero, con tutto il suo carico di suggestiva teatralità simbolico/religioso.