Rapporto INPS 2024, lavoro e innovazione – Martedì 24 settembre 2024, presso la Direzione Generale INPS, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dei Ministri vigilanti dell’Istituto e delle più alte cariche dello Stato, il Presidente Gabriele Fava ha presentato il XXIII Rapporto annuale dell’Istituto. Il rapporto annuale fornisce una panoramica dettagliata della situazione socioeconomica dell’Italia, analizzando i cambiamenti nel mercato del lavoro, le dinamiche demografiche e il sistema di welfare. Questo documento è fondamentale per comprendere come il Paese stia affrontando le sfide economiche e sociali, soprattutto dopo l’impatto della pandemia. Tra i temi centrali emergono il ruolo delle nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale (IA), e i cambiamenti strutturali nel mondo del lavoro e delle politiche sociali.
Mercato del lavoro tra ripresa e nuove sfide
Uno dei focus principali del XXIII Rapporto annuale 2024 INPS è il mercato del lavoro, che ha mostrato una ripresa significativa dopo la crisi pandemica. Secondo l’Istat, nel 2023 il tasso di occupazione ha raggiunto il 62,2%, con un aumento di oltre 912 mila unità rispetto a febbraio 2020. Tuttavia, questo incremento si è accompagnato a un costante calo della popolazione in età lavorativa, che si attesta a 37,2 milioni nel 2024, in linea con le tendenze demografiche negative che da anni caratterizzano l’Italia.
L’aumento del numero di occupati non è stato però sufficiente a compensare il calo del potere d’acquisto. Tra il 2021 e il 2023, le retribuzioni lorde sono cresciute solo del 6,9%, mentre quelle nette del 10,4%, non riuscendo a tenere il passo con l’inflazione. Il lavoro dipendente ha continuato a crescere, mentre quello autonomo ha registrato un’ulteriore riduzione, specialmente tra gli artigiani e i commercianti.
Occupazione giovanile e questione generazionale
Il rapporto evidenzia una crescita dell’occupazione giovanile, con i lavoratori sotto i 34 anni che sono passati da 6,4 milioni nel 2019 a quasi 7 milioni nel 2023. Nonostante le politiche di incentivo, come l’Esonero Giovani e l’Apprendistato, che hanno aumentato del 28% il numero di giovani che beneficiano di contratti agevolati, l’Italia continua a mostrare criticità rispetto agli altri Paesi europei, soprattutto in termini di stabilità occupazionale per i giovani.
Parallelamente, emerge il tema delle disuguaglianze generazionali. Il progressivo invecchiamento della popolazione, il calo della natalità e la difficoltà dei giovani a trovare lavoro stabile sono questioni che richiedono interventi strutturali. Tra questi, l’importanza della formazione e dell’acquisizione di competenze digitali è fondamentale, soprattutto in un contesto in cui l’automazione e l’uso dell’intelligenza artificiale stanno trasformando i settori produttivi.
AI nel rapporto INPS 2024, tra lavoro, ripresa e innovazione
L’introduzione dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie sta progressivamente modificando l’organizzazione del lavoro in Italia. Il modello del lavoro 4.0, che prevede maggiore autonomia e auto-organizzazione per i lavoratori, sta ridefinendo i confini tra lavoro subordinato e autonomo​. L’IA viene utilizzata in diversi settori per aumentare la produttività e ottimizzare i processi decisionali, richiedendo ai lavoratori di adattarsi a nuovi compiti che richiedono competenze sempre più specifiche.
In particolare, l’IA è stata impiegata dall’INPS per migliorare l’efficienza del sistema previdenziale e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Un esempio significativo è la piattaforma del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL), che utilizza algoritmi per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e per suggerire percorsi di riqualificazione professionale ai disoccupati.
Il divario di genere nel lavoro
Il rapporto Istat pone l’accento anche sulle disparità di genere nel mercato del lavoro. Nonostante il tasso di occupazione femminile sia aumentato dal 50% del 2020 al 53,5% nel 2023, il divario salariale tra uomini e donne rimane significativo. In alcune regioni del Nord Italia, le donne continuano a guadagnare in media il 30% in meno rispetto agli uomini. Questo gap è attribuibile in parte alla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia, soprattutto in assenza di politiche di welfare adeguate.
Sul fronte delle politiche familiari, è stato registrato un aumento dell’uso del congedo obbligatorio di paternità , che nel 2023 è stato utilizzato dal 64,5% degli aventi diritto. Questo cambiamento culturale verso una maggiore partecipazione degli uomini alla cura dei figli rappresenta un passo importante verso una maggiore equità ​.
Politiche per le famiglie, assegno unico universale e altri strumenti
L’Assegno Unico Universale (AUU), introdotto nel 2022, continua a essere uno strumento chiave per il sostegno economico alle famiglie con figli. Nel 2023, circa 10 milioni di bambini sono stati beneficiari di questa misura, con una spesa complessiva che ha raggiunto i 18 miliardi di euro. Il Bonus Asilo Nido ha invece beneficiato circa 480 mila bambini, fornendo un importante aiuto alle famiglie nella gestione dei costi educativi​.
Nonostante queste misure, il rapporto sottolinea che l’accesso ai servizi di assistenza e cura per l’infanzia rimane disomogeneo a livello territoriale, con il Mezzogiorno che continua a essere svantaggiato rispetto al Nord. L’incremento delle risorse destinate alle politiche familiari è fondamentale, soprattutto per sostenere il tasso di natalità , che nel 2023 ha toccato l’ennesimo minimo storico.
Previdenza e assistenza sociale
Il sistema previdenziale italiano rimane sotto pressione a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e della riduzione del numero di contribuenti. Il rapporto Istat evidenzia come nel 2023 il numero di pensionati sia rimasto stabile intorno ai 16 milioni, con una spesa totale di circa 347 miliardi di euro​. L’età media della popolazione continua ad aumentare, e ciò potrebbe mettere a rischio la sostenibilità del sistema previdenziale nei prossimi decenni.
A livello europeo, la spesa previdenziale italiana, pari al 16,3% del PIL, è una delle più alte, superata solo dalla Grecia. Questo dato è dovuto all’età media di pensionamento relativamente bassa e alla generosità del sistema pensionistico italiano, che offre tassi di sostituzione superiori rispetto alla media europea. Le recenti riforme, tra cui l’introduzione di strumenti come l’APE sociale e Opzione Donna, hanno permesso ai lavoratori di accedere anticipatamente alla pensione, ma al costo di ulteriori pressioni sul bilancio previdenziale.
Contrasto alla povertà , le nuove misure
In tema di lotta alla povertà , il rapporto presenta i primi dati sull’Assegno di Inclusione (ADI), la misura che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. I dati preliminari mostrano che i nuclei familiari beneficiari si concentrano principalmente nelle regioni del Sud Italia. Nel 2023, oltre 2,7 milioni di individui hanno beneficiato della NASpI, con una spesa complessiva di 16 miliardi di euro, e circa il 50% dei beneficiari ha trovato un nuovo impiego entro un mese dalla fine del sussidio.
Il rapporto sottolinea l’importanza delle politiche attive per il lavoro, che devono essere rafforzate attraverso programmi di formazione continua e di riqualificazione professionale, per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in costante trasformazione.
Italia 2023 vs Italia 2024
Nel confronto con il rapporto INPS del 2023, emergono alcune differenze significative che evidenziano l’evoluzione del contesto economico e sociale italiano. Se il 2023 era stato caratterizzato da una fase di ripresa post-pandemica, il 2024 mostra un consolidamento di alcune tendenze positive, ma anche la persistenza di problemi strutturali. In particolare, il tasso di occupazione è cresciuto, passando dal 60,1% del 2023 al 62,2% del 2024, con un aumento di 912 mila unità di lavoratori. Tuttavia, mentre l’occupazione migliorava, le retribuzioni non hanno seguito lo stesso ritmo, come già osservato l’anno precedente, con una discrepanza tra crescita dei salari e aumento dell’inflazione.
Un altro punto di continuità è l’ulteriore riduzione del numero di lavoratori autonomi, una tendenza già iniziata nel 2023 e che continua a manifestarsi nel 2024, soprattutto tra gli artigiani e i commercianti​. La politica di decontribuzione è rimasta centrale, soprattutto per favorire l’occupazione giovanile, ma la “questione giovanile”, seppur migliorata, continua a rappresentare una sfida. Anche sul fronte demografico, il quadro non è cambiato drasticamente: il tasso di natalità ha continuato a calare, facendo emergere con più forza la necessità di politiche di sostegno alle famiglie, già evidenziata nel rapporto del 2023​.
Rispetto al 2023, si nota inoltre una maggiore integrazione delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale nei processi lavorativi e previdenziali, a dimostrazione di come l’INPS stia evolvendo in direzione di una maggiore digitalizzazione, puntando su piattaforme innovative come il SIISL per migliorare i servizi ai cittadini e l’efficienza delle politiche attive del lavoro​.
Rapporto INPS 2024: lavoro, ripresa e innovazione
Il rapporto annuale dell’Istat fornisce una panoramica chiara delle principali tendenze economiche e sociali in Italia. Sebbene si registrino progressi in termini di occupazione e sostegno alle famiglie, permangono sfide strutturali legate alle disuguaglianze generazionali e di genere, alla sostenibilità del sistema previdenziale e all’inclusione sociale. Le nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, offrono opportunità importanti per migliorare l’efficienza dei servizi e del mercato del lavoro, ma richiedono investimenti strategici in formazione e infrastrutture per garantire che tutti i cittadini possano trarre beneficio da queste trasformazioni.
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