Massimo “Max” Bergami è un nome che in Emilia-Romagna e nel mondo dell’educazione aziendale è sinonimo di innovazione, leadership e spirito imprenditoriale. Nato a Bologna il 2 ottobre 1964, Bergami ha costruito una carriera che abbraccia sia il mondo accademico che quello manageriale, con una costante attenzione alla creazione di connessioni tra università , impresa e territorio. Dean della Bologna Business School (BBS) dal 2000, ha visto crescere la sua istituzione fino a renderla una delle scuole di formazione manageriale più prestigiose d’Italia e riconosciute a livello internazionale.
Le radici di un leader
Max Bergami, leader dell’innovazione alla BBS / Bolognese doc, Bergami è sempre rimasto legato alla sua città e al tessuto economico della regione, anche se la sua formazione e carriera hanno toccato vari angoli del mondo. Dopo essersi laureato all’Università di Bologna, si è specializzato negli Stati Uniti, dove ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università del Michigan. Questi anni all’estero hanno influenzato profondamente la sua visione del management e della formazione. In particolare, il suo tempo negli Stati Uniti lo ha esposto a nuovi metodi di insegnamento e di gestione delle risorse umane, che avrebbe poi portato con sé al ritorno in Italia.
La sua figura si è evoluta nel tempo da semplice professore di Organizational Behavior a leader di una comunità imprenditoriale e accademica che oggi conta oltre 500 imprese partner, incluse realtà multinazionali e aziende simbolo del made in Italy come Ducati, Lamborghini e Ferrari. Il suo stile di leadership è descritto come intenso e dialettico, ma anche profondamente collaborativo. I suoi collaboratori raccontano di lunghe riunioni, telefonate in orari improbabili e un rigore che spinge sempre tutti a dare il massimo. Un elemento distintivo di Bergami è l’impronta umana che riesce a portare nelle sue relazioni professionali: “Non amo le formalità e quando mi vengono imposte ci sto stretto,” ha dichiarato in una recente intervista pubblicata sul Sole 24 Ore.
La Bologna Business School, hub di innovazione
Sotto la sua guida, la Bologna Business School ha rapidamente scalato le classifiche internazionali, fino ad essere inserita dal Financial Times nella top 70 delle migliori business school del mondo. La BBS è una delle poche in Italia ad aver ottenuto l’accreditamento EQUIS per il massimo periodo di cinque anni, un riconoscimento che certifica l’eccellenza nell’educazione manageriale​.
La crescita della BBS è stata alimentata dalla capacità di Bergami di costruire una rete robusta e diversificata di stakeholder, creando opportunità sia per gli studenti che per le imprese. La formula vincente è stata quella di offrire programmi di formazione su misura, capaci di attrarre aziende desiderose di investire nella crescita della nuova classe dirigente. “Fin dall’inizio è stato chiaro che la scuola, priva di finanziamenti pubblici, sarebbe cresciuta solo generando opportunità per gli stakeholder”, ha dichiarato Bergami in più occasioni​.
Tra le imprese coinvolte nel network della BBS si trovano nomi di primo piano come Granarolo, Lamborghini, Emilbanca e Kerakoll, oltre a multinazionali del calibro di Unicredit e Ferretti. Queste partnership hanno permesso alla scuola di offrire una formazione unica, in cui l’interdisciplinarietà e l’innovazione sono al centro. Grazie a Bergami, la BBS è diventata anche un modello di ibridazione tra pubblico e privato, accademia e impresa, confermando il ruolo di Bologna come centro nevralgico del sapere e dell’innovazione in Italia.
L’approccio educativo. come creare leader che creano leader
Bergami è un sostenitore della leadership partecipativa e dell’apprendimento esperienziale. Un aspetto chiave della sua visione educativa è l’idea che i leader non solo guidano, ma creano altri leader. “Il maestro ti autorizza a prendere la leadership. I veri leader creano leader”, ha affermato. Questo approccio si riflette nella metodologia della BBS, dove gli studenti sono chiamati a partecipare attivamente e a sviluppare le proprie capacità di problem-solving attraverso il confronto con esperti del settore e con sfide reali.
Oltre a gestire la BBS, Bergami è coinvolto in vari consigli di amministrazione di importanti aziende italiane, tra cui Ducati, Ferretti e Brunello Cucinelli. In questi ruoli ha portato avanti il suo impegno per la sostenibilità , la parità di genere e l’inclusione, temi che ritiene essenziali per il futuro del business.
L’ispirazione tra maestri e cucina
Bergami è noto anche per il suo amore per la buona cucina e la cultura gourmet, passioni che hanno influenzato il suo approccio alla leadership. Non è un caso che abbia tenuto la prolusione alla laurea honoris causa dello chef stellato Massimo Bottura a Bologna, e che annoveri tra i suoi amici lo chef Gennaro Esposito. La sua stessa moglie, Ludovica, ha scritto una tesi di dottorato sull’improvvisazione, prendendo spunto dall’alta cucina​.
Nel suo tempo libero, Bergami è anche un appassionato di jazz, un genere che considera affine alla leadership: “Il jazz insegna la capacità di improvvisare, di collaborare senza un copione fisso, proprio come nel management”. Questa combinazione di rigore e creatività caratterizza il suo stile di leadership e lo rende un punto di riferimento per chi cerca un approccio innovativo alla gestione aziendale.
Max Bergami, leader dell’innovazione alla BBS
Guardando al futuro, Bergami vede la Bologna Business School come una piattaforma in continua evoluzione, pronta ad affrontare le sfide del mondo globale. La sostenibilità , l’innovazione tecnologica e la leadership inclusiva sono temi centrali nei nuovi programmi della scuola. “Dobbiamo fare di tutto perché i giovani abbiano un futuro bello almeno quanto il nostro passato”, ha dichiarato recentemente. E questa visione è condivisa da molti dei suoi colleghi e studenti, che lo vedono come un leader capace di ispirare e di guidare l’innovazione non solo a Bologna, ma su scala globale.
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