Il Premio Nobel per la Letteratura 2024 è stato assegnato alla scrittrice sudcoreana Han Kang, un riconoscimento che segna un momento storico per la letteratura asiatica e per l’intera comunitĂ letteraria globale. Han Kang, autrice dell’acclamato romanzo La vegetariana, è nota per il suo stile inconfondibile, capace di fondere una prosa poetica e intensa con tematiche profonde e dolorose. Secondo l’Accademia Svedese, l’autrice è stata premiata “per la sua prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilitĂ della vita umana”. Con questa motivazione, Han Kang diventa la prima autrice sudcoreana e la prima donna asiatica a ricevere l’ambito riconoscimento, portando così il suo Paese e la letteratura asiatica alla ribalta internazionale.
Le opere di Han Kang: un viaggio tra poesia e dolore
Nata a Gwangju nel 1970, Han Kang ha iniziato la sua carriera letteraria come poetessa nel 1993, passando poi alla narrativa con racconti e romanzi che esplorano temi legati al dolore, alla perdita e alla trasformazione personale. La vegetariana, pubblicato nel 2007 e vincitore del Man Booker International Prize nel 2016, è forse la sua opera più famosa. Il romanzo racconta la storia di Yeong-hye, una donna che sceglie di abbandonare il consumo di carne e, con esso, rinuncia simbolicamente a una parte della sua stessa umanità , spingendosi a esplorare l’identità e la libertà individuale in una società patriarcale che fatica ad accettare il cambiamento.
Il successo de La vegetariana ha portato alla realizzazione di un film horror erotico diretto da Lim Woo-Seong e di un adattamento teatrale, a dimostrazione della potenza narrativa e visiva dell’opera di Han Kang. Ma la sua produzione letteraria va oltre questo romanzo: ogni sua opera è una riflessione sulle ombre della storia coreana, come accade in Atti umani (2014), che tratta del massacro di Gwangju del 1980, un evento tragico della storia coreana che la scrittrice rielabora con uno stile che mescola realismo e poesia.
Un simbolo di resilienza e memoria collettiva
La letteratura di Han Kang offre una riflessione sulla memoria collettiva e sulla capacitĂ dell’essere umano di resistere al dolore. In Atti umani, ad esempio, l’autrice utilizza un espediente narrativo che permette alle anime delle vittime di separarsi dai corpi e osservare la propria annichilazione. Questo stile visionario e crudo si rifĂ alle tragedie greche, evocando l’Antigone di Sofocle nei momenti in cui descrive l’umanitĂ spezzata dalle violenze della storia.
Nel suo romanzo The White Book (2016), Han Kang esplora il tema del lutto attraverso il simbolismo del colore bianco, che nella cultura coreana rappresenta il dolore e la morte. L’autrice ricorda la sorella maggiore mai conosciuta, morta poche ore dopo la nascita, e costruisce il libro attorno a brevi appunti su oggetti bianchi, creando una meditazione sulla fragilità della vita. Nel 2021 ha pubblicato We Do Not Part, che uscirà in Italia con il titolo Non dico addio. Il libro rievoca il massacro sull’isola di Jeju, un evento spesso dimenticato, attraverso la storia di due amiche legate dal trauma e dalla perdita.
Un’artista dalla sensibilità profonda e universale
Per Han Kang, la scrittura è un mezzo per esplorare la condizione umana e le sue profonde contraddizioni. La sua prosa, pervasa da una delicatezza che sa essere allo stesso tempo tagliente, porta il lettore a riflettere sulle sfide esistenziali e sui limiti della comprensione umana. La scrittrice stessa, nelle dichiarazioni successive all’annuncio del premio, ha espresso gratitudine e sorpresa, affermando che festeggerà il riconoscimento con una semplice tazza di tè insieme al figlio, un rituale quotidiano che, nel suo minimalismo, riflette la filosofia di vita dell’autrice: trovare la pace nei piccoli gesti.
Han Kang ha anche sottolineato l’influenza degli scrittori che hanno segnato la sua infanzia e la sua carriera, tra cui la celebre scrittrice svedese Astrid Lindgren. Nonostante il grande successo, Han rimane legata alla letteratura coreana e alla sua terra natale, Gwangju, che considera parte integrante della sua identità . La scrittrice è inoltre una delle voci della Future Library, un progetto artistico internazionale per il quale ha depositato un manoscritto che verrà pubblicato solo nel 2114, dimostrando così una visione del futuro e della scrittura come testimonianza per le generazioni a venire.
Il Nobel a Han Kang e il futuro della letteratura mondiale
Il Premio Nobel per la Letteratura 2024 assegnato a Han Kang rappresenta un riconoscimento alla complessità della sua opera e alla forza della tradizione letteraria sudcoreana. Han Kang, con la sua poetica che indaga il trauma, la perdita e la resilienza, si inserisce così nella lista dei grandi innovatori della letteratura contemporanea, offrendo al pubblico internazionale uno sguardo unico e affascinante su temi universali, esplorati attraverso una lente culturale profondamente radicata nella storia e nel contesto asiatico.
Con la sua vittoria, Han Kang si afferma come una voce capace di trascendere i confini culturali e di ricordarci che la letteratura, in fondo, è un linguaggio universale che parla a ciascuno di noi attraverso le esperienze più intime e dolorose della vita umana.