Passato e presente dialogheranno sul tema dell’acqua e della fede con la mostra Hydro – La fede nel tempo della sete” che si apre al complesso monumentale di Santa Maria Maggiore a Nocera venerdì 18 ottobre 2024 con di dieci artisti, le cui opere site-specific abiteranno il suggestivo Battistero Paleocristiano.
L’acqua come simbolo di vita e fede
L’esposizione curata dal critico d’arte Michelangelo Giovinale, propone un un viaggio in cui l’acqua, simbolo primordiale e universale, diventa il tema di riflessione sulla condizione dell’uomo contemporaneo. Già presente nella Genesi come elemento essenziale l’acqua attraversa la storia e la teologia cristiana fino a quel disperato “ho sete” che riecheggia in un corpo sofferente di Cristo sulla croce. Nell’ antico e sacro Battistero, che un tempo accoglieva i catecumeni per il rito del battesimo, l’acqua diviene metafora della sete interiore dell’uomo in un’epoca di grande aridità spirituale.
Dieci artisti per dieci opere: un viaggio tra passato e presente
Antonio Carotenuto, Cristina Cianci, Mario Ciaramella, Max Coppeta, Ugo Cordasco, Anna Crescenzi, Giovanni Cuofano, Eliana Petrizzi, Ernesto Terlizzi e Luigi Vollaro sono gli artisti che hanno accettato la sfida di dialogare con l’architettura imponente e spirituale del Battistero. Le opere realizzate, pensate e progettate appositamente per questo luogo, non arricchiscono solo lo spazio circostante, ma si fondono con esso. Il curatore evidenzia: “Questa non è una semplice esposizione, ma una vera e propria immersione nell’arte; le opere vanno cercate, scovate negli anfratti e tra le colonne che circondano la fonte battesimale, accompagnando il visitatore in un percorso circolare di contemplazione e scoperta”.
La mostra come fusione di spiritualità e arte contemporanea
Una collaborazione tra varie istituzioni ha dato vita al progetto: il Gruppo Archeologico di Nuceria, la Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, il Comune di Nocera Superiore, la Provincia di Salerno, e il supporto della Regione Campania. Ma è stata fondamentale anche la guida spirituale di Don Fabio Senatore, che vede nel Battistero un luogo di intersezione tra arte, storia e fede, e che ha abbracciato l’iniziativa con entusiasmo. “Questo progetto rappresenta un esempio di come l’arte possa dare nuova linfa ai luoghi di culto, portando una testimonianza di spiritualità e offrendo un’esperienza che trascende la semplice osservazione,” afferma Don Fabio.
Le opere , infatti, non sono semplici aggiunte ma si armonizzano con lo spazio ed invitano il visitatore a vivere una profonda esperienza emotiva e spirituale. Giovinale definisce l’evento come “una mostra laica” nel senso più ampio del termine, nonostante il carattere religioso del luogo. “L’obiettivo è quello di far risuonare in ogni opera un’eco che parli non solo agli occhi, ma anche al cuore, e che possa stimolare una riflessione personale sulla propria sete di significato.”
L’arte come ponte tra storia e contemporaneità
Con un tema di così ampia portata, il Battistero di Nocera Superiore, uno degli esempi più notevoli di architettura paleocristiana in Italia, diventa non solo uno sfondo, ma un primo piano. “Hydro “ mira a rafforzare il legame tra l’arte contemporanea e i simboli della fede cristiana, in un’epoca in cui la ricerca spirituale si scontra con una sete insaziabile di significato.
Pino Ruggiero, Presidente del Gruppo Archeologico di Nuceria, osserva come il progetto si inserisca nella tradizione del luogo, per secoli fulcro della vita religiosa e sociale della comunità locale. “Questo luogo ci permette di creare un itinerario espositivo unico, dove il visitatore non è solo spettatore, ma diventa parte integrante di un’esperienza che vuole unire i valori della storia con quelli dell’arte contemporanea. Il Battistero, con il suo simbolismo millenario, è il tramite ideale per un’esplorazione del cammino spirituale, che interroga la nostra sete di trascendenza e bellezza.”
La sete come metafora della condizione umana
“Che sete è una sete priva di fede?” chiede in modo retorico Giovinale. In un mondo che è avvolto da un’aridità esistenziale, dove spesso il frastuono moderno copre la voce interiore, “Hydro” si propone di restituire una dimensione di silenzio e riflessione, un invito a ritrovare il proprio legame con il divino, o con quella parte più profonda di sé che cerca il senso dell’esistenza. Le dieci opere, come dieci gocce d’acqua che cadono nel pozzo profondo del tempo, parlano al visitatore di una sete che è tanto fisica quanto spirituale.
La mostra resta aperta al pubblico fino alla fine di dicembre 2024, offrendo a tutti la possibilità di esplorare questo dialogo tra passato e presente, dove l’arte contemporanea, inserita tra le antiche colonne e la vasca battesimale, invita a guardare oltre la superficie ed a riscoprire la propria sete di verità e di fede.