La Liturgia come comunione con il mistero della Trinità
Nel recente incontro di riflessione sulla liturgia post-Concilio Vaticano II, organizzata dalla Delegazione di Salerno dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme lunedì 28 ottobre presso la Chiesa del Sacro Cuore, il relatore padre Vincenzo Calabrese ha approfondito la dimensione trinitaria della liturgia, tema centrale per comprendere il rinnovamento liturgico e spirituale voluto dal Concilio. Padre Calabrese ha evidenziato come ogni celebrazione liturgica sia intrinsecamente orientata al Padre, attraverso il Figlio, nell’unità dello Spirito Santo. Questo orientamento trinitario rappresenta, secondo il relatore, il cuore stesso della liturgia cristiana, in cui la comunità si raccoglie in un movimento di comunione che rispecchia la relazione divina e accompagna ogni preghiera, gesto e rito.
L’esempio dell’orazione degli apostoli è stato utilizzato per spiegare come la preghiera liturgica si rivolga a Dio Padre per mezzo di Cristo e nello Spirito Santo, un dinamismo che sottolinea l’intercessione di Cristo per la Chiesa e l’azione unificante dello Spirito. Ogni atto liturgico diventa, in questa prospettiva, un’immersione nel mistero trinitario, in cui la comunità esprime la propria fede e il proprio legame con Dio attraverso la mediazione di Cristo e la forza dello Spirito.
Il Concilio Vaticano II: comunità di studio e ricerca della volontà di Dio
Padre Calabrese ha inoltre esplorato il significato profondo del Concilio Vaticano II come evento di comunione e ricerca condivisa. Ha descritto il Concilio come un momento storico in cui la Chiesa si è riunita, non solo per rinnovare il proprio approccio pastorale, ma per riscoprire la propria identità come popolo di Dio in comunione con lo Spirito Santo. La bellezza di un concilio risiede, ha detto, nella sua natura comunitaria e spirituale, dove la ricerca della volontà divina si intreccia con il desiderio di rinnovamento e con l’apertura verso il mondo contemporaneo.
Questo spirito conciliare continua a manifestarsi nella liturgia, che per padre Calabrese è l’espressione concreta della comunione ecclesiale. In ogni celebrazione liturgica, la Chiesa vive una rinnovata adesione alla volontà di Dio, cercando di portare la presenza salvifica di Cristo nel mondo. È un momento di studio e vita in comunione, in cui la liturgia diventa non solo celebrazione, ma anche testimonianza viva della fede e del cammino della Chiesa.
La centralità dell’intercessione di Cristo nella vita della Chiesa
Un aspetto rilevante della liturgia sottolineato da padre Calabrese è il ruolo dell’intercessione di Cristo, vista come un tramite essenziale che avvicina la preghiera dei fedeli a Dio Padre. Ogni preghiera cristiana si iscrive nella realtà della Trinità e si fonda sulla mediazione di Cristo. L’intercessione, secondo la fonte, non è solo un atto di devozione ma un atto ecclesiale, un movimento che sostiene la crescita spirituale e numerica della comunità cristiana, affidandosi a Cristo per chiedere a Dio il sostegno e la guida.
L’orazione degli apostoli è emblematica di questo ruolo: con essa, si chiede al Padre di far crescere la Chiesa mediante l’intercessione del Figlio e l’unità nello Spirito Santo. L’intercessione diventa così il fondamento di una preghiera che trascende i limiti individuali, abbracciando l’intera comunità e la sua missione evangelica.
La Fede come fondamento della vita comunitaria
Anche se non menzionata esplicitamente, la fede emerge come il motore fondamentale della vita liturgica e comunitaria. Secondo il relatore, la fede è ciò che permette a Dio di entrare nella vita dei fedeli e di formare un popolo unito, che si raccoglie nella liturgia per celebrare la propria relazione con Dio. La fede, quindi, non è solo personale ma comunitaria, e si manifesta nel desiderio di crescere come popolo di Dio. In particolare, padre Calabrese ha ricordato come l’evangelizzazione e l’espansione della Chiesa siano legate all’accoglienza di nuovi credenti, un processo alimentato dalla fede viva e condivisa della comunità.
L’origine della Liturgia e della Chiesa: un mistero di salvezza
Padre Calabrese ha poi offerto una profonda riflessione teologica sull’origine della liturgia e della Chiesa, sottolineando la connessione tra queste realtà e il sacrificio di Cristo. Citando un testo non specificato, ha ricordato come la Chiesa sia “nata dal costato di Cristo mentre dormiva sulla croce”, un’immagine potente che rimanda al legame inscindibile tra la liturgia, la Chiesa e la redenzione. Dal costato di Cristo, ha affermato, è scaturito l’“ammirabile sacramento di tutta la Chiesa”, suggerendo che essa stessa sia un segno visibile della grazia divina e della riconciliazione.
Questa visione rafforza l’idea della liturgia come luogo di incontro con il mistero della salvezza, in cui la comunità si riunisce per rendere grazie e vivere la propria identità di popolo redento. La liturgia diventa così il canale attraverso il quale si rinnova la presenza di Cristo tra i fedeli, offrendo loro un mezzo di riconciliazione e di unione con Dio.
Sacramenti: segni visibili della Grazia Divina nella vita della Chiesa
La discussione si è conclusa con una riflessione sui sacramenti, che padre Calabrese ha definito come frutti del sacrificio di Cristo e strumenti di grazia e riconciliazione. Pur senza entrare in un’analisi dettagliata, ha indicato come i sacramenti siano segni visibili della presenza di Dio nella vita dei fedeli, manifestazioni concrete dell’opera salvifica iniziata da Cristo e proseguita nella vita della Chiesa. La Chiesa stessa, intesa come “sacramento ammirabile”, testimonia questo dono divino che, attraverso i sacramenti, si rinnova in ogni credente.
La Liturgia come espressione di una Fede viva e comunitaria
L’incontro con padre Calabrese si è rivelato una preziosa occasione per approfondire il significato profondo della liturgia post-conciliare, la sua dimensione trinitaria e il suo ruolo nella vita della comunità cristiana. La liturgia è apparsa non solo come un insieme di riti, ma come un’esperienza di comunione con il mistero di Dio e come un cammino di fede per la Chiesa e i suoi fedeli. Sotto la guida della Trinità e attraverso la mediazione di Cristo, la Chiesa continua il suo cammino di crescita e di testimonianza nel mondo, trovando nella liturgia la sua espressione più autentica e viva.