San Sebastiano al Vesuvio, 2 novembre 2024. È notte fonda, le luci dei negozi illuminano la piazza centrale. Seduti sui motorini ci sono tanti giovani: ridono, scherzano, fumano qualche sigaretta. Un normale ritrovo serale, finché un colpo di pistola squarcia l’aria.
In un attimo, il caos. Urla, fughe, sguardi terrorizzati. A terra rimane un ragazzo, giovanissimo, bellissimo, colpito al petto. Santo Romano, 19 anni, è morto per un motivo assurdo: un piede pestato. Rabbia, incredulità, sgomento, ma soprattutto una domanda: come siamo arrivati a questo punto?
L’omicidio di Santo è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza tra giovanissimi. Il 17 novembre 2024, a Giugliano in Campania, un tredicenne è stato accoltellato da un bambino di 10 anni per essersi rifiutato di consegnare il pallone con cui stava giocando. Pochi giorni prima, a Scampia, un 19enne è stato ferito con un’arma da taglio durante una lite tra ragazzi.
Il fenomeno non può più essere ignorato: cosa sta succedendo ai ragazzi? E, soprattutto, cosa possiamo fare per fermare questa spirale di degrado?
Oggi, proveremo a dare risposte a queste domande, analizzando numeri, cause e possibili soluzioni per salvare una generazione che sembra sempre più alla deriva.
Criminalità minorile: un fenomeno in allarmante crescita
Negli ultimi anni, l’Italia ha registrato un aumento significativo dei reati commessi da minorenni. Secondo il rapporto “Criminalità minorile e gang giovanili” del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, presentato il 10 maggio 2024, nel periodo 2010-2023 si è osservato un incremento del 39% dei reati attribuiti a minori.
Secondo i dati del Ministero dell’Interno, le città italiane più colpite dalla criminalità minorile sono:
Napoli: Con un tasso di 1.200 denunce ogni 100.000 abitanti minorenni, registra il più alto numero di reati commessi da giovani, prevalentemente furti e rapine;
Milano: Segue con 1.050 denunce ogni 100.000 abitanti minorenni, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente, evidenziando una crescente incidenza di reati giovanili;
Roma: Con 980 denunce ogni 100.000 abitanti minorenni, la capitale mostra un aumento significativo nelle denunce di aggressioni e atti vandalici commessi da minori;
Questi dati evidenziano una tendenza all’aumento dei reati violenti tra i giovani, sottolineando la necessità di interventi mirati per affrontare le cause profonde di questo fenomeno.
Le ragioni del disagio:
Il disagio giovanile affonda le sue radici in una complessità di cause, che spaziano dalla sfera familiare a quella sociale. In primo luogo, la famiglia, tradizionalmente il primo ambiente di crescita e sicurezza, spesso viene meno al suo ruolo di guida. La mancanza di dialogo, il progressivo aumento delle famiglie monoparentali e la precarietà economica sono fattori che privano molti giovani di un solido punto di riferimento. Questo vuoto, anziché essere colmato, viene amplificato da una scuola che, pur essendo un pilastro fondamentale, fatica a rispondere alle sfide attuali. L’abbandono scolastico, in costante aumento nelle aree periferiche, priva i ragazzi di prospettive future e li espone maggiormente al rischio di comportamenti devianti.
A questo si aggiunge il peso di una società sempre più dominata dalla cultura dell’apparenza, dove l’autostima dei giovani è legata all’immagine. La pressione sociale contribuisce a creare un senso di inadeguatezza e isolamento. Nei quartieri più degradati, la mancanza di strutture sportive, culturali e di supporto sociale lascia i giovani in balia di violenza e crimini.
La sicurezza urbana: una sfida nazionale
La sicurezza delle nostre città, da Nord a Sud, è una questione che coinvolge l’intera popolazione, non solo i giovani. Secondo l’Indice della Criminalità 2024 del Sole 24 Ore, Milano registra 7.093 denunce ogni 100.000 abitanti, seguita da Roma con 6.071 e Firenze con 6.053,8.
Questi dati evidenziano un aumento dei reati in città, rendendo molte zone urbane impraticabili. Passeggiare tranquillamente in luoghi come stazioni e centri urbani è diventato difficile o quasi impossibile. Questa tendenza indica che la nostra società sta deviando pericolosamente verso rotte buie.
I Fiori del Male e il futuro dei giovani
Il titolo I Fiori del Male richiama l’opera di Baudelaire, dove i giovani rappresentano questi fiori: un potenziale straordinario che, se lasciato a se stesso in un terreno sterile di valori e opportunità, rischia di piegarsi verso il male. La società deve scegliere se coltivare quel potenziale o lasciarlo appassire.
Per contrastare il disagio giovanile e prevenire la deriva criminale, è indispensabile un approccio integrato. Serve un’educazione emotiva e non frivola, spazi sicuri per l’aggregazione sociale e culturale, politiche che riducano le disuguaglianze e supportino le famiglie. Le istituzioni devono rafforzare la sicurezza nelle città, ma soprattutto devono investire nelle radici: valori e nuove opportunità. Il lavoro come principale ancora di salvezza.
Ignorare questa emergenza significa accettare che il male germogli indisturbato. Agire, invece, significa seminare speranza, costruendo una società capace di crescere giovani pronti a essere il cambiamento.