“Un uomo ha diritto a guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi”. Lo ha scritto Gabriel Garcia Marquez ed è una delle massime che, al capitolo venti, introduce il bellissimo libro di Maurizio Pintore “Il penultimo dono. La terza via di Sandor Marai”, edito da Robin, biblioteca de Il Vascello.
Un racconto prezioso, sentimentale e profondo sulla permanenza a Salerno dello scrittore ungherese esule volontario. Di recente, il volume è stato donato dall’autore a venti studenti detenuti, allievi di una sezione della scuola Alberghiero che ha sede nel carcere. Lo studio approfondito con i docenti è stato tema di un toccante dibattito di Pintore con i carcerati, condotto con profonda empatia e sensibilità. Doti insite nello scrittore, che da primario di medicina del dolore a Oliveto Citra si confronta ogni giorno con la sofferenza e riesce ad alleviarla prima con le parole, aprendo l’anima a chi ne ha bisogno.
Pintore, il 23 gennaio prossimo, sarà ospite con la sua opera al Circolo Canottieri Irno. Sarà un altro incontro speciale, in un clima diverso ma come sempre caldo e accogliente. La conduzione è affidata a Raffaele Brescia Morra, delegato alla cultura del Circolo, che dialogherà con l’autore approfondendo i temi del libro e il messaggio universale contenuto nell’opera. Giovanni Falci e Mariano Ragusa porteranno il loro contributo, arricchendo l’evento con riflessioni e approfondimenti. Giovanni Ricco, presidente del Circolo Canottieri Irno, sarà presente per i saluti istituzionali.
Rileggere e commentare il racconto di vita di Sandor Marai riporterà alla mente una massima di Primo Levi, contenuta nel primo capitolo del libro: “La memoria è uno strumento molto strano, uno strumento che può restituire, come il mare, dei brandelli, dei rottami, magari a distanza di anni”.
Un pensiero che ben si lega al cuore di questa narrazione, fatta di ricordi, di emozioni e di un viaggio umano che continua a toccare le corde più profonde di chiunque lo legga.