(Adnkronos) –
Israele può colpire l'impianto di Fordow, cardine del programma nucleare dell'Iran? L'operazione Rising Lion annunciata dal premier Benjamin Netanyahu si fermerà solo a obiettivo raggiunto? Fordow, insieme a Natanz, è considerato un impianto chiave del programma nucleare degli ayatollah in quanto produce uranio arricchito ad alto livello. Il bersaglio dichiarato è estremamente difficile da colpire in quanto la struttura è stata scavata all'interno di una montagna. Il Financial Times ha definito Fordow "virtualmente indistruttibile" e "il peggior incubo di Israele". Il cuore dell'impianto è costruito a circa 80-90 metri di profondità all'interno di una montagna secondo stime ufficiose. L'area è stata a lungo protetta da sistemi avanzati di difesa aerea e da un imponente apparato di sicurezza. Se le difese esterne possono essere colpite dai raid di Israele, le strutture interne sono quasi irraggiungibili. "L'unico paese che possiede una bomba in grado di distruggere Fordow sono gli Stati Uniti. E gli Stati Uniti devono decidere se intraprendere o meno questa strada", le parole di Yechiel Leiter, ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, a Merit TV. Le armi in dotazione agli Usa – compresa la bomba bunker-buster americana GBU-57 – in realtà non garantiscono il risultato auspicato da Israele. L'intervento diretto degli Stati Uniti, sostanzialmente escluso dal presidente Donald Trump, non assicurerebbe la distruzione dell'impianto, come evidenziano diversi analisti. Per Leiter, però, ci sarebbero anche altre strade per arrivare a meta. "Ci sono altri modi per gestire Fordow. Quando la polvere si posa, vedrete sorprese giovedì notte e venerdì. Faranno sembrare quasi semplice l'operazione dei cercapersone", dice riferendosi all'attacco che Israele ha portato a settembre contro Hezbollah, in Libano, con esplosivo inserito nei pager e nei walkie talkie usate dai miliziani. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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