“Le schede che ci arrivavano a casa e ci invitavano a compiere il nostro dovere, hanno un’autorità silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d’amore”. La giornalista Anna Garofalo ricorda.
Questa testimonianza deve essere fonte d’ispirazione per molte donne e mi rivolgo a quelle che casomai in occasione di questo ultimo referendum del 8 e 9 giugno si sono sottratte credendo che fosse cosa inutile o per protesta o impossibilitate.
Le donne hanno dovuto faticare per aspettare questo momento. È solo col decreto n. 74 del 10 marzo 1946, con le prime elezioni amministrative postbelliche, che le donne con almeno 25 anni di età hanno avuto la possibilità di eleggere ed essere elette.
La donna durante le due guerre mondiali aveva ricoperto ruoli che prima spettavano solo ai maschi. Anche durante la resistenza donne e bambini sono stati determinanti. Non possiamo dimenticare il ruolo domestico che la donna aveva assunto fino ad allora e spesso costretta a sopportare situazioni difficili e problematiche pur di tirare avanti.
Il voto sa di conquista femminile, sa di libertà di scegliere ciò che veramente vogliamo.
Non dobbiamo dimenticare le suffraggette, le attiviste del movimento di emancipazione femminile, che lottarono per il diritto al voto della donna tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in Gran Bretagna e in altri paesi europei.
Il referendum ci ha invitato a riflettere e quindi a scegliere su questioni molto importanti quali il precariato, la sicurezza sul lavoro e il diritto di cittadinanza.
E gli italiani come hanno risposto? Con un assenteismo alle urne.
Tante cose che non vanno nella nostra amata Italia ed è anche causa degli stessi italiani che talvolta sono troppo fraccomodi e pensano solo a coltivare il loro orticello.
Perché in Italia c’è ancora tanto precariato? Perché molti giovani si recano direttamente all’estero? Perché gli stipendi sono sempre così bassi rispetto agli altri paesi europei?
Oggigiorno è aumentato tutto, dal semplice caffè al bar, alla spesa al supermercato, ai biglietti aerei, alle vacanze e così via elencando beni di consumo.
Ma gli stipendi sono gli stessi e il potere d’acquisto diminuirà sempre di più.
Quindi quando siamo chiamati a votare ricordatevi che è un nostro diritto: quello di scegliere.