(Adnkronos) – Nel 2025 per celebrare il centenario della nascita di Mario Giacomelli (Senigallia 1925-2000), uno dei più grandi fotografi italiani, l'Archivio Giacomelli ha promosso una serie di iniziative culturali di grande rilievo che attraversano le due capitali italiane: Milano e Roma. Le celebrazioni, che comprendono due importanti mostre retrospettive, offrono al pubblico l'opportunità di immergersi nell'universo visivo e poetico di un maestro che ha saputo trasformare la fotografia in un linguaggio universale. Dal 22 maggio al 7 settembre Palazzo Reale di Milano ospiterà la grande mostra "Il fotografo e il poeta" che raccoglie oltre 300 opere fotografiche originali di Giacomelli, tra cui vintage e stampe d'epoca, documenti e materiali d'archivio. La mostra, curata da Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli, è un viaggio che si snoda attraverso capitoli cronologici, ciascuno dei quali esplora una delle fasi salienti della sua carriera. Il percorso espositivo, dal forte impatto emotivo, si concentra sul legame di Giacomelli con la poesia. Le sue serie fotografiche, ispirate dalle letture dei grandi poeti, si intrecciano con il linguaggio dell'inconscio e della narrazione visiva, dove ogni immagine diventa una storia che trascende il tempo. Tra le opere in mostra, si trovano alcune delle sue serie più celebri, tra cui quella dedicata alla vita nei seminari, che diventa una riflessione poetica sulla spiritualità e sull'umanità. Parallelamente, a Roma, il Palazzo delle Esposizioni ospiterà – dal 20 maggio al 3 agosto – un'altra esposizione, "Il fotografo e l'artista", che, pur avendo lo stesso focus sul maestro marchigiano, propone una visione differente del suo lavoro. In questa mostra, il tema centrale è la metamorfosi della materia e la concezione performativa della fotografia che Giacomelli ha saputo sviluppare nel corso della sua carriera. Qui, le immagini diventano quasi delle performance, dove la fotografia non si limita a fermare un istante ma lo esplora, lo dilata, lo trasforma in un racconto visivo in grado di emozionare e coinvolgere lo spettatore. La collaborazione tra Milano e Roma permette di approfondire due facce complementari della ricerca di Giacomelli, dando vita a un progetto espositivo unico. Ogni sezione delle mostre non solo offre un'opportunità per esplorare l'evoluzione dell’artista ma anche per interpretare criticamente l'intero percorso umano e fotografico di uno dei protagonisti indiscussi della fotografia contemporanea. In particolare, la sala romana dedicata alla serie "Io non ho mani che mi accarezzino il volto" (1961-1963) sarà un’occasione imperdibile per immergersi in uno dei lavori più noti e rivoluzionari di Giacomelli, che ne ha consacrato la fama internazionale. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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