Radici e Visioni: un anniversario che guarda avanti. Vent’anni di teatro, di studio, di corpi che pensano e di parole che si incarnano. CorpoNovecento celebra la propria storia con “Radici e Visioni”, un evento che intreccia memoria e futuro, arte e pensiero, nella cornice della Sala Pasolini di Salerno. L’iniziativa (articolata in momenti di dialogo, riflessione e performance) ripercorre un cammino fatto di incontri e di scambi, di appartenenza e di apertura al mondo. È una festa della cultura che riconosce al teatro la sua funzione più autentica: quella di creare comunità, interrogare la realtà e tenere viva la tensione tra la radice e il sogno, tra la storia e la visione.
Ore 17.45. Saluti d’apertura. Alfredo Balsamo e Ermanno Guerra introdurranno il significato dell’iniziativa come momento di riconoscimento e rilancio. Un’occasione per riaffermare il ruolo della città come laboratorio di idee e crocevia di esperienze artistiche.
Ore 18.00. “CorpoNovecento e la cultura spagnola”. Dialogo con Rosa Grillo e Valentina Ripa. Coordina Gemma Criscuoli Il primo incontro intreccia teatro e letteratura in una riflessione sulla relazione tra CorpoNovecento e la cultura spagnola. Rosa Grillo e Valentina Ripa, studiose di letterature iberiche, guideranno un dialogo che mette in luce le affinità tra la ricerca estetica della compagnia e le tensioni del teatro iberico contemporaneo: la corporeità come linguaggio, la memoria storica come materia viva, la scena come spazio politico. Un confronto che attraversa i ponti culturali tra Mediterraneo e Europa, mostrando come il teatro possa farsi traduzione emotiva e intellettuale tra mondi diversi.
Ore 18.45. “L’atleta del cuore. Il teatro di Pasquale De Cristofaro” a cura di Maria Beatrice Russo (Edizioni Francesco D’Amato). Dialogo con Ester Andreola, Elena Paruolo e Annamaria Sapienza. Coordina Carlo Pecoraro. La presentazione del volume “L’atleta del cuore” di Maria Beatrice Russo è un momento di particolare intensità. Il libro ripercorre la poetica di Pasquale De Cristofaro, fondatore e anima di CorpoNovecento, definendolo in chiave artaudiana “un atleta del cuore” per la sua costante tensione tra pensiero e azione, rigore e passione. Nel dialogo con Ester Andreola, Elena Paruolo e AnnamariRadici e Visionia Sapienza, emerge la figura di un regista e intellettuale capace di trasformare il teatro in uno spazio etico, un laboratorio di umanità dove la scena diventa esercizio di verità e responsabilità civile. Carlo Pecoraro coordina il confronto con uno sguardo giornalistico attento alle connessioni tra cultura e territorio.
Ore 19.45. “Per Pier Paolo Pasolini”. Dialogo con Alfonso Amendola, Elio Goka, Andrea Manzi. Coordina Erminia Pellecchia. Un tributo necessario a Pier Paolo Pasolini a 50 anni dalla sua scomparsa, figura cardine per ogni riflessione sul rapporto tra arte e società. Gli interventi di Alfonso Amendola, Elio Goka e Andrea Manzi offriranno una pluralità di voci per ripensare l’eredità pasoliniana: l’intellettuale scomodo, il poeta civile, il regista che ha saputo leggere le contraddizioni del proprio tempo, il giornalista corsaro. L’incontro, moderato da Erminia Pellecchia, non è una commemorazione, ma un dialogo vivo che pone domande urgenti al presente: quale spazio resta oggi per la parola critica? Quale forma può assumere la disobbedienza estetica nel nostro tempo digitale?
Ore 20.45. “Marta e le altre. Omaggio a Pirandello familiare” di Paolo Puppa
Lettura di Pasquale De Cristofaro. A chiudere la serata, un atto poetico e teatrale. In “Marta e le altre”, Paolo Puppa restituisce un Pirandello intimo, domestico, lontano dai riflettori del mito letterario: un Pirandello “familiare”, attraversato dai volti femminili che ne hanno nutrito l’immaginario e la scrittura. La lettura di Pasquale De Cristofaro diventa un gesto di restituzione e di appartenenza: un omaggio alla parola teatrale come luogo di risonanza affettiva, dove il corpo e la voce si fanno memoria condivisa.
Il teatro come luogo di comunità
Radici e Visioni non è solo un anniversario, ma un invito a ritrovare nel teatro un atto di presenza. CorpoNovecento compie vent’anni attraversando epoche, linguaggi e generazioni, ma restando fedele alla sua vocazione più profonda: costruire pensiero attraverso la scena, educare all’ascolto e alla sensibilità, mantenere aperto il dialogo tra arte e vita. In un tempo segnato dalla velocità e dalla dispersione, questa giornata celebra la lentezza del gesto teatrale, la densità dell’incontro e la forza di una comunità che continua a riconoscersi nella parola viva del corpo.