(Adnkronos) – Il Washington Post rivela che Trump potrebbe inviare a Kiev i missili Tomahwak. Secondo David Ignatius,il presidente Usa ha valutato e discusso questa possibilità fino a venerdì scorso. L’accordo con la Nato per inviare all’Ucraina armi difensive e offensive, potrebbe quindi includere l’invio di questi missili, gli stessi usati per colpire gli obiettivi in Iran il mese scorso, con i quali Kiev potrebbe colpire Mosca e San Pietroburgo. Al momento, ha aggiunto la fonte, i Tomahwk sono rimasti fuori dalle lista delle armi da inviare a Kiev, ma potrebbero essere inseriti in un momento successivo se il presidente volesse esercitare maggiore pressione su Mosca.
Il pacchetto di nuovi aiuti militari a Kiev da 10 miliardi di dollari, costruito in modo che gli Usa venderanno le armi a Paesi Nato che poi le passeranno all’Ucraina, prevede con alta probabilità l’autorizzazione da parte di Washington dell’utilizzo dei missili a lunga gittata Atacms già presenti in Ucraina al loro pieno raggio, che raggiunge i 300 chilometri. Questo non permetterebbe di mettere nel mirino degli ucraini Mosca o San Pietroburgo, ma darebbe a Kiev una maggiore capacità di colpire basi militari, piste di decollo di aerei militari e depositi di rifornimento ben all’interno del territorio russo. Il pacchetto potrebbe prevedere anche l’invio di altri missili Atacms. Finora ogni volta che veniva autorizzato un raggio maggiore per i missili, i russi hanno spostato più all’interno aerei ed equipaggiamenti.
Secondo le fonti del Post, Trump è arrivato a questa determinazione per tre ragioni: la prima per reagire a quella che percepisce come una mancanza di rispetto da parte di Vladimir Putin che sta platealmente ignorando la sua richiesta di un cessate il fuoco. La seconda, perché ha visto l’efficacia della potenza americana con i raid in Iran. E la terza perché si è convinto che Putin negozierà solo se minacciato, e per questo ha deciso per “l’escalation per ottenere la de-escalation”.
”Spero che oggi” si raggiunga un accordo su nuove sanzioni Ue alla Russia, ”ma c’è ancora del lavoro da fare”, ha fatto invece sapere dal canto suo l’Alta rappresentante della politica estera dell’Unione europea Kaja Kallas. ”E’ un buon segno che gli Stati Uniti abbiamo capito che la Russia non vuole la pace – ha proseguito Kallas – Speriamo che anche gli Stati Uniti adottino nuove sanzioni contro la Russia”. L’Unione europea, secondo Kallas, è ”molto vicina” a raggiungere ‘l’accordo sul 18esimo pacchetto di sanzioni alla Russia”.
La presa di posizione della Cina e le parole di Kallas arrivano qualche ora dopo l’ultimatutm del presidente Usa Donald Trump pronto ad adottare tariffe che “colpiranno” l’economia russa se Putin non accetterà di arrivare a un accordo per mettere fine alla guerra in Ucraina. “Avremo delle tariffe molto severe se non abbiamo un accordo tra Ucraina e Russia in 50 giorni, del 100%, chiamiamole tariffe secondarie”, ha detto il presidente Usa, parlando nello Studio Ovale accanto a Mark Rutte, dicendo che “siamo molto, molto scontenti” di Vladimir Putin.
Trump ha poi annunciato di aver concordato “un accordo molto importante”, in base al quale “miliardi di dollari di equipaggiamenti militari saranno acquistati dagli Stati Uniti e destinati alla Nato. E saranno rapidamente distribuiti sul campo di battaglia”. Le consegne di armi saranno complete e includeranno le batterie di missili Patriot, di cui l’Ucraina ha disperatamente bisogno per la sua difesa aerea contro il quotidiano assalto aereo russo. “È tutto: sono i Patriots. Sono tutti quanti. È una dotazione completa, con le batterie”, ha detto Trump il quale si è detto ”deluso” da Putin, ”ma non ho chiuso con lui”. .
“Trump ha lanciato un ultimatum teatrale al Cremlino”, ma ”alla Russia non interessano” le sue dichiarazioni, ha commentato il vice presidente del Consiglio nazionale di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, su ‘X’.
Pechino contro le sanzioni Usa alla Russia. “La Cina si oppone fermamente a tutte le sanzioni unilaterali illegali e alla giurisdizione a lungo termine. Non ci sono vincitori in una guerra tariffaria e la coercizione e la pressione non risolveranno i problemi”. Così il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian.
”Gli ucraini erano qui, gli ucraini sono qui, gli ucraini resteranno qui. E su questa terra, la vita trionfa sempre, i nostri valori prevalgono, così come il nostro spirito. Felice Festa della Repubblica, concittadini! Felice Giorno del Battesimo della Rus’-Ucraina! Gloria all’Ucraina!”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su ‘X’.
Il presidente cinese Xi Jinping ha ricevuto nel frattempo a Pechino il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri di Mosca spiegando che Lavrov si trova nella capitale cinese “nell’ambito della sua partecipazione alla riunione del Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco)”. Nella nota si legge che “sono state discusse diverse questioni relative ai contatti politici bilaterali ai massimi livelli”, tra cui i preparativi per la visita del leader russo Vladimir Putin in Cina per partecipare al vertice della Sco e le celebrazioni per l’anniversario della Seconda guerra mondiale.
L’agenzia di stampa russa Tass ha riferito che Xi ha incontrato Lavrov dopo che il presidente cinese ha tenuto una “riunione generale” con i ministri degli esteri della Sco. Lavrov ha incontrato domenica il suo omologo cinese Wang Yi per discutere dell’Ucraina e delle relazioni con gli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri russo è arrivato in Cina dopo una visita in Corea del Nord, dove ha ricevuto assicurazioni di sostegno nel conflitto con l’Ucraina.
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