Unmastered Bones allude all’omonima suite jazz del 1956 di Charles Mingus, che può considerarsi un manifesto di carattere politico e antropologico. È suddivisa in quattro quadri musicali, alias fasi della storia umana (evoluzione, complesso di superiorità, declino, distruzione).
Il vernissage è previsto allo Spazio Civico 23 sabato 8 novembre alle 18.30, mentre la mostra si protrarrà fino al 22 novembre. L’artista Federico Federici espone una serie di fogli di carta alluvionata, con tracce di asemica origine che si sostituiscono alla partitura originale.
Una dettagliata illustrazione del progetto, scritta dallo stesso Federici, potrà essere visionata dai fruitori:
«La tecnica compositiva consiste in un’improvvisazione strutturata, in cui il pentagramma è sostituito da una partitura mentale, comunicata oralmente o suggerita al pianoforte. Ogni brano, pur definito da parametri precisi (scale, progressioni, atmosfera), resta libero nell’interpretazione dei solisti, ai quali è affidato lo sviluppo tematico.
Nel 2018, in un libro d’artista, ho esteso questo approccio all’ambito asemico, identificando l’assenza di una partitura con quella di un codice linguistico.
Ne è scaturita una spietata caricatura del complesso di superiorità dell’ominide che, convinto di imporsi su tutto e sui propri simili attraverso il linguaggio, si trova intrappolato in una trama di segni sempre meno diversificati e verificabili, che finiscono per svuotarsi a vicenda.
Non riproporre quell’originale è un’altra scelta programmatica.
Le pagine qui esposte provengono dai plichi di una cartiera alluvionata. L’acqua ne ha ridefinito il senso: ciò che era matrice di stampa o di scrittura ha assunto forma di reperto; ciò che era documento ha perso la funzione».