Secondo appuntamento della IV edizione della rassegna “Abitatori del tempo. L’impegno civile della letteratura”, il ciclo di incontri organizzato dalla Delia Agenzia Letteraria e dall’Associazione Culturale Mare Sole e Cultura con la collaborazione e il sostegno della Regione Campania e di Scabec, a valere sui Fondi Coesione Italia 21/27, e la Camera di Commercio di Salerno, che offre l’occasione per riflettere sui cambiamenti del nostro tempo e sui molteplici linguaggi per raccontarli.
Martedì 7 ottobre, ore 18.30, presso il Salone Genovesi della Camera di Commercio di Salerno, a dare vita a una riflessione autorevole sul nostro tempo Claudio Martelli, autore de “Il merito, il bisogno e il grande tumulto” (La nave di Teseo), attraverso la storia di una vita di impegno civile e pubblico, e animata in pari misura dalla forza dell’indignazione e dal dovere della speranza. Interviene Carmine Pinto.
Nel 1982, alla conferenza di Rimini dell’allora Partito Socialista Italiano, Claudio Martelli tenne un discorso divenuto celebre, sul lavoro, sulla scuola, sul ruolo della politica in un paese moderno. In quell’occasione Martelli coniò una formula semplice e destinata a grande fortuna: “Il merito e il bisogno”. A Rimini suscitò commozione l’aver fatto emergere e riscattare il mondo del bisogno, il mondo della miseria e del dolore. Ma commosse anche la volontà di fare del nostro un mondo migliore aprendo e non sbarrando la strada alle persone che hanno meriti, capacità, talenti. Oggi, il paesaggio sociale dell’Italia non è sostanzialmente cambiato, le priorità che quel discorso indicava sono ancora attuali e anzi la loro modernità segnala l’assenza o la pochezza delle proposte successive, comprese le paradossali invettive contro “la tirannia del merito” e la cecità di fronte al malcontento all’origine degli attuali populismi.
L’espatrio negli ultimi anni di centinaia di migliaia di giovani italiani laureati e diplomati rende la necessità di riconoscere i meriti un’emergenza ancora più attuale di allora. D’altra parte, l’aumento del numero di famiglie italiane precipitate nella povertà assoluta impone l’urgenza di politiche mirate al risentito mondo del bisogno. Premiare il merito e i talenti significa aprire la strada a chi non ha ereditato privilegi o vantaggi dalla lotteria della vita. Significa mettere o rimettere in moto l’ascensore sociale fornendo a chi è sprofondato nell’emarginazione una possibilità e un esempio virtuoso, praticabile, contagioso. Se il libero mercato produce più prosperità di qualunque altro sistema economico, se è vero che gli spiriti del capitalismo generano progressi, progressi anche maggiori li genera l’accesso di masse crescenti all’istruzione, al lavoro e alle professioni. Una società aperta è una società più equa, e una società più giusta è una società più dinamica e più prospera.
La rassegna prosegue venerdì 31 ottobre, ore 18.30, presso il Salone Genovesi della Camera di Commercio di Salerno, Enzo Amendola autore de “L’Imam deve morire” (Mondadori), metterà in scena un grande intrigo internazionale, sulle orme dei classici del genere.
Con la partecipazione di Piero De Luca.