Già autore di Noi…i Taranto, racconto della famiglia Taranto (portato in teatro nel 2014), Polvere di palcoscenico, raccolta di commedie, Steve pensanno, raccolta di poesie (edizioni Il Papavero). Ora con Graus edizioni pubblica Anime Semplici.
Corrado Taranto, classe 1956, esordisce in teatro con Papà è Natale, con Nunzio Gallo e Tecla Scarano, ma la sua carriera è costellata di esperienze cinematografiche, televisive, di docenza in importanti laboratori teatrali. Attore eclettico e poliedrico, autore, regista e scrittore resta, come recita il suo ultimo lavoro letterario, “un’anima semplice” capace di cogliere gli aspetti sensibili della vita e trasformarli in emozioni.
Lo incontriamo a Salerno nella sesta edizione del Premio Murilies, nello spazio del Centro Pastorale riservato alla presentazione dei libri d’autore. Affiancato da Angelo Orlando e Lello Casella, piu che colleghi amici storici. Ed è subito simpatia, spontaneità, condivisione.
D- Nel suo libro parla di anime semplici, ma quali è quante sono, oggi, le persone che possono vantare un’anima semplice?
“Sono poche, ma ci sono. E sanno dire ancora ti voglio bene senza mentire, buongiorno non solo per abitudine. Sono quelle che sanno ancora soffrire e amare. Sono, appunto, creature semplici”.
D- Il testo attraversa la vita di personaggi più o meno famosi che hanno cambiato il corso della storia. Lei le impersona di volta in volta, cambiando il finale dei loro percorsi di vita. Perché questa singolare scelta?
“Ho voluto fornire un epilogo alternativo a tutte le storie che conosciamo.Da Hitler a Marilyn Monroe, dal fioraio di Al Capone al kamikaze delle Twin Towers, eventi appena immaginate diventano reali. Uno specchio, uno spaccato dell’imponderabilita’ della vita, dove nulla è certo e tutto può mutare”.
D- Il volume gode della prefazione di Massimiiliano Gallo, attore impegnatissimo non facile a certe concessioni. Ha dovuto insistere per averla?
“Al contrario. Massimiliano mi ha subito detto che si preoccupava di “non essere all’altezza”. È una persona umile, tanto semplice da rappresentare in modo completo il significato del mio lavoro. Le nostre famiglie sono legate da una antica e profonda amicizia. Gli sono grato per aver accettato, e aver subito compreso il mio pensiero”.
D- Infatti scrive che un’artista sensibile, di fronte alle brutture della società, cercherete di abbellirla. Pensando che un mondo diverso, più bello, forse è possibile. Ma lo è davvero?
“Sì, se lo vogliamo. Certo non è facile, ma ognuno può fare la sua parte. Contribuire a salvare quella parte di sensibile umanità che oggi sembra sparita, sopraffatta dalle guerre e dalla violenza”.
D- Un attore vive più vite, realtà che non sono mai le sue. Padrone di un corpo che non gli appartiene. Lo scrive lei, ma come reagisce a questa condizione?
“L’ho scelta, e la vivo come tale. Può essere entusiasmante, doloroso, ironico o sarcastico. È un mondo che muta ad ogni personaggio. Ma in fondo è la nostra esistenza, così imprevedibile.
Mai certa. Nulla è scontato. Tutto può cambiare in pochi istanti”.
D- Un finale diverso anche per Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra…
“Sì, anche se lui continuerà a pensare fino all’ultimo che andava fatto. Che bisogna avere il coraggio di dire sempre la verità. Le bugie hanno le gambe corte, la verità ha le gambe lunghe. E con le gambe lunghe si fa più strada”.