Gli anni del Proibizionismo americano sono noti per la figura di Al Capone e della Mafia italo-americana, che sfruttavano i divieti statali per arricchirsi. Proibire alcolici, gioco d’azzardo e prostituzione non solo non fermò il consumo, ma rese queste attività ancora più desiderabili e di moda. Oggi, il Regno Unito sta cercando di applicare un concetto simile al tabacco e alle sigarette elettroniche, introducendo uno dei divieti più rigidi al mondo.
Analisi della situazione nel Regno Unito
Il Primo Ministro britannico Rishi Sunak e i vertici sanitari, tra cui il professor Chris Whitty, sono convinti della necessità di queste misure per proteggere i giovani dal fumo. La nuova legge prevede di aumentare ogni anno l’età minima per l’acquisto di tabacco, partendo dai nati dopo il 1 gennaio 2009, con l’obiettivo di una generazione completamente “smoke-free“. Tuttavia, questo divieto non riguarderà il consumo attuale di tabacco, ma solo la futura vendita ai giovani.
Contrasti e critiche
Simon Clarke, deputato conservatore, rappresenta una voce critica all’interno dello stesso governo, suggerendo che l’approccio proibizionista potrebbe rendere il fumo un tabù attraente, spingendo così verso un possibile aumento del mercato nero. Clarke propone invece di concentrare gli sforzi su educazione e interventi fiscali come metodi più efficaci e meno intrusivi per ridurre il fumo tra i giovani.
Domande e riflessioni finali
Se il governo inglese è tanto deciso a combattere i comportamenti dannosi, perché non impone divieti simili per l’alcol, che è fonte di numerosi problemi sociali e personali? Il divieto totale è realmente la soluzione migliore o esistono alternative più efficaci come l’investimento nell’educazione delle nuove generazioni? Proibendo la vendita di tabacco ai giovani, non si rischia forse di spingerli verso un mercato nero crescente e verso altre forme di comportamento deviante?
Di fronte ai dilemmi tra intervento diretto e libertà individuale, quale deve essere il ruolo dello Stato: un ‘Mammone’ che impone restrizioni severe per proteggerci dai nostri stessi comportamenti, o un ‘educatore’ che preferisce guidarci attraverso l’informazione e l’educazione, lasciandoci la libertà di scegliere?