Pagine di storia. Ricerche e riflessioni sulla storia di Salerno sono contenute in un volume, a cura di Giovanni Di Domenico, Maria Galante e Angela Pontrandolfo, pubblicato a Roma dall’editore Gangemi a maggio 2020. Il titolo è Opulenta Salernum. Una città tra mito e storia.
La raccolta di studi, nata nell’ambito del Dipartimento di scienze del patrimonio culturale dell’Università degli Studi di Salerno (DISPAC), offre un panorama ampio e vario della città campana, soprattutto tra storia, archeologia, storia dell’arte. Come ci ricorda Vincenzo Loia, il volume raccoglie studi «approfonditi secondo un approccio integrato di competenze multidisciplinari che dall’antichità giungono sino ad età contemporanea».
Il volume è dedicato alla memoria di Mario Alberto Pavone, insigne studioso di Storia dell’Arte Moderna che per anni ha esercitato il proprio magistero nell’Università di Salerno. Nel libro è pubblicato postumo anche un suo studio su “Collezionismo e decorazione a Salerno tra Sei e Settecento”. Non manca l’affettuoso ricordo del professor Pavone, firmato congiuntamente da Adriano Amendola, Loredana Lorizzo e Donato Salvatore.
Dopo la prefazione, scritta da Mariagiovanna Riitano, e la presentazione dei curatori, la prima sezione della raccolta di saggi è dedicata alla storia di Salerno romana, medievale e moderna con scritti di storia, archeologia, fonti documentarie, tra i quali vanno segnalati lo studio sulle testimonianze epigrafiche della comunità cristiana a Salerno in età tardoantica di Chiara Lambert, le “Monete del centro storico di Salerno” di Federico Carbone. Vanno inoltre menzionati due studi, il primo sul “reimpiego dei sarcofagi romani a Salerno” di Angela Palmentieri, il secondo “Per una storia di San Pietro a Corte nella Salerno di età moderna” di Maria Consiglia Napoli. Segue la seconda sezione, contenente studi sulla cultura artistica dal medioevo all’età contemporanea dove compaiono, oltre al citato studio del compianto professor Pavone, scritti di Giuseppa Z. Zanichelli su Salerno all’inizio del secondo millennio, di Maddalena Vaccaro sulla cattedrale della città, di Donato Salvatore sulla pittura dell’età rinascimentale e tardomanierista. Seguono due saggi, il primo di Manuela D’Angelo, il secondo di Antonella Trotta.
La terza sezione riguarda l’immagine e la percezione della città tra letteratura, arti figurative, cinema e fotografia, con scritti di Loredana Lorizzo, Daniela Liguori, Pasquale Iaccio, Carla Rossetti, Maria Giovanna Mancini, Stefania Zuliani e Teresa Amodio. Non manca anche una sezione dedicata alle istituzioni culturali presenti in città, con uno sguardo veloce alla Pinacoteca Provinciale di Via dei Mercanti, al Museo Diocesano “San Matteo”, al Museo Archeologico Provinciale. Chiude il volume la sezione dedicata al progetto di ricerca “DATABENG”, Distretto di Alta Tecnologia per i Beni Culturali, presentato dall’archeologo classico e docente Luca Cerchiai.
Trattandosi di un testo di studi che mettono a fuoco aspetti e problemi legati alla ricostruzione di momenti storici caratterizzanti la storia e gli aspetti culturali della città di Salerno, gli autori in parte hanno rivisitato giudizi già formulati in passato e finanche sono stati rivisti dati relativi a opere e autori nel più generale contesto storiografico legato alla storia della città e non solo. Non mancano letture, e riletture, di opere e artisti come, per esempio, una diversa e rinnovata visione dell’ancora anonimo Maestro dell’Incoronazione di Eboli, da parte di Donato Salvatore, o una rilettura dell’urbanistica cittadina, in particolare del centro storico, alla luce di quello che è successo negli ultimi anni, da parte di Teresa Amodio. Una ricostruzione della città in epoca medievale è stata condotta da Maddalena Vaccaro, già autrice di un testo sulla “metamorfosi monumentale della città ai tempi di Roberto il Guiscardo”, e da Rosa Fiorillo che ha trattato in particolare, e in maniera esaustiva, l’area cittadina della “curtis” longobarda.
Si tratta di un libro nato e pubblicato per un pubblico di persone già sufficientemente acculturate sulle tematiche trattate, soprattutto per studenti universitari, per docenti e per cultori di storia, storia dell’arte e archeologia. Come in tante altre pubblicazioni di ricerca universitaria, manca cioè l’aspetto appena un po’ più “divulgativo”, come se ricerca e divulgazione di qualità fossero due mondi completamente separati e senza punti di contatto. In generale, nelle bibliografie che si riferiscono ai vari saggi sparsi in tutto il testo si coglie la tendenza, tutta universitaria, a una selezione di autori e fonti bibliografiche che rimandano quasi esclusivamente a studi di ambito accademico, escludendo purtroppo pubblicazioni di pari livello di ricerca, ma non universitarie, che pure esistono.
Per di più, non compaiono, ad esempio, citazioni di articoli giornalistici e studi scientifici presenti in siti web, che pure hanno una valenza di indubbio valore per la conoscenza, la divulgazione e la trasmissione di temi della storia, dell’archeologia e della storia delle arti in generale, alcuni scritti anche da seri specialisti, ma non incardinati al mondo universitario. Come pure manca nei saggi, tranne qualche caso, la presenza di citazioni sitografiche, web di riferimento, in merito agli argomenti trattati dai vari autori. E purtroppo sono del tutto assenti anche citazioni di studi e saggi pubblicati in riviste e periodici meno conosciuti e non universitari, ma di sicuro valore e indubbia valenza scientifica e di ricerca, ai quali si poteva fare riferimento, anche per un più democratico e aperto confronto tra studiosi provenienti da diversi ambiti di formazione, di studio e di lavoro, perché nessuno è depositario di verità rivelate e immutabili e un po’ di sano dialogo è sempre costruttivo e proficuo per tutti.
Infine, pur con le non poche e importanti criticità accennate, questo testo rappresenta comunque un’occasione di ulteriore conoscenza per tutti coloro che vogliono approfondire la storia di Salerno, sia nel contesto storiografico locale che per diversi e stimolanti aspetti meno noti che qui sono stati affrontati, aprendo la via, si spera, a rinnovati studi futuri e a rinnovate collaborazioni anche con studiosi non strettamente legati al mondo universitario.