D- Dove sei nata? dove vivi?
R- Sono nata a Salerno ed ho vissuto fino all’adolescenza in un appartamento sul lungomare della città, godendo così del panorama della Divina Costiera Amalfitana. Dopo i vent’anni, e per tre meravigliosi lustri, ho vissuto nella effervescente ed elegante Torino. Attualmente vivo a Pontecagnano Faiano (SA), cittadina alle porte del capoluogo nota per la presenza del Museo archeologico e per i resti della civiltà etrusca.
D- Quando e come è cominciato il tuo percorso artistico?
R- Cresciuta in una famiglia in cui erano presenti un insegnante di discipline umanistiche, una zia pittrice e poetessa, fortemente legata alle sue origini amalfitane, ed un padre professore di tecnologia, con una profonda passione per l’alta Ebanisteria, al punto di aver un proprio laboratorio, mi è stato impossibile non apprezzare e farmi affascinare dal concetto di bellezza e di armonia, imparando ad amare l’Arte in generale.
Volendo seguire le orme di mio padre, ho iniziato sin da molto piccola, a costruire piccoli manufatti in legno, mentre con l’argilla rubata a mamma ed i colori della zia ho iniziato a sperimentare e creare, con quelli che erano per me nuovi materiali, tant’è che all’età di sei anni ho partecipato ad un concorso nella città di Boretto (RE), classificandomi al secondo posto nella categoria disegno.
A Torino ho iniziato lo studio della scultura e del restauro di manufatti lignei insieme ai principi di falegnameria tradizionale. Ritornata al Sud nel 2013, appassionandomi alla lavorazione dell’argilla, ho iniziato l’incessante ricerca e studio delle forme plastiche e delle tecniche cromatiche, nonché la sperimentazione degli smalti e dei lustri raku, nell’arte della ceramica artistica.
D- Che tipo di persona sei, come hai imparato a fare bene le cose che sai fare, quali abilità hai appreso naturalmente e quali hai sviluppato con fatica … Cosa ti caratterizza, quali i tuoi valori e le tue motivazioni e le priorità … ?
R- Mentre nel quotidiano sono una persona solare, empatica e socievole, quando entro nel mio mondo artistico, dando spazio alla riflessione ed all’introspezione, circondata dalla mia argilla, dalle pitture, dalle sgorbie e dal legno da scolpire, dalla carta da modellare etc. sono molto a mio agio. La solitudine mi da la possibilità di spaziare con la fantasia e le emozioni, dando spazio alla mia creatività che si trasforma da idea a progetto e da progetto a materia.
So di avere una predisposizione per le attività manuali e creative e sono semplicemente in cammino sul sentiero della scoperta progressiva delle leggi della materia, allo scopo di esprimere e dare forma a ciò che sento nell’animo. Spesso traggo ispirazione dalla bellezza e dalla magia degli elementi di madre natura o dalle piante, le mie creature verdi, a cui dedico i mie esperimenti botanici.
D- Come nasce una tua opera?
R- Un’opera nasce sempre da un’emozione che attraversa il cuore, la mente o i sensi.
È l’opera che chiede di renderla materia, di darle forma e vita e non viceversa. Nasce dal silenzio e dal nulla, facendosi spazio nel fragoroso frastuono della quotidianità.
D- Cos’è per te l’ispirazione?
R- È un richiamo, un lampo che nasce dal nulla o forse il meraviglioso frutto della mente che, da un apparente stato di ozio platonico, partorisce un’idea.
Essa nasce silenziosamente ma definisce minuziosamente, tassello per tassello, ogni cosa che, poi, diventa una creatura “vivente” che ha una dimensione nella materia.
D- Cosa cerchi di comunicare attraverso le tue Opere?
R- Gli Artisti attraverso le loro opere, a mio parere, hanno il compito e forse l’obbligo di comunicare all’osservatore dei messaggi o dei valori. Io cerco di fare esattamente questo, sperando di riuscirci…
Attraverso le mie opere, cerco di comunicare la positività, l’amore e la bellezza, nelle loro varie sfaccettature.
Sono convinta che favorire il diffondersi della bellezza, della gentilezza delle forme e dei pensieri, nonché dell’armonia anche cromatica, faccia bene al cuore, alla mente ed allo spirito di ogni individuo.
In ogni mia opera, la più piccola ed essenziale che sia, c’è amore, un palpito emozionale, e sono certa che tutto questo sa raggiungere e “parlare” a chi osserva.
D- Come scegli il soggetto di un tuo lavoro?
R- Un lavoro artistico può nascere da un sentire interiore strettamente personale ed intimo, o dal desiderio di descrivere uno spaccato di vita, un paesaggio o un elemento del Creato oppure di render la parola a qualche evento o situazione che merita di non restare taciuta, non vista ed ignorata dalla collettività.
L’arte, d’altro canto, oltre che cantare la bellezza, è stata, sin dalla notte dei tempi, uno strumento di sottile denuncia e contestazione, a volte sotto forma di ironia.
Ogni opera sa già cosa vuole dall’artista e chiede essa stessa di essere “tirata fuori” dalla materia informe (argilla, metalli, legno etc) o trasposta con i colori su tela o altri supporti.
D- I riferimenti artistici e culturali e gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato nel corso del tempo?
R- L’Italia e l’Europa sono la culla della cultura europea, rappresentate da artisti dalla grande genialità ed è impossibile non essere affascinati e contaminati dai loro stili e tecniche.
La pittura astratta è stato il mio primo approccio all’arte. Ho vissuto l’infanzia tra botteghe di ebanisteria, di intarsio e di scultura lignea, imparando ad ammirare la scultura nelle sue svariate forme espressive. Ho conosciuto le opere del Piffetti ed ho ammirato sin da bambina Michelangelo Buonarroti, di cui porto il secondo nome di battesimo. Nella Pittura apprezzo lo stile gli impressionisti ed i preraffaelliti.
D- Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa pensi del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese? E qui a Salerno nella valle dell’Irno?
R- Non conosco a fondo i meccanismi delle gallerie d’arte. Credo però che l’arte dovrebbe essere un elemento fondante della cultura scolastica e dovrebbe essere assolutamente sostenuta dalle Istituzioni e dagli Enti periferici, svincolati da interessi temporanei di settore o personali, e rappresentare uno dei settori trainanti dalla nostra economia nazionale nonché del turismo.
Salerno e la Valle dell’Irno, per quanto archeologicamente ed artisticamente ricche, non ricevono l’eco che meriterebbero.